Governance, CCS vs FER e mobilità sostenibile
La disponibilità di energia rinnovabile a basso costo è in costante aumento e questo potrebbe diminuire la convenienza nell’utilizzo di energie fossili nel 2018. Tant’è che i progetti di Carbon Capture and Storage (CCS) rischiano di non ottenere i finanziamenti della Commissione, perché se ne mette in dubbio l’utilità. Rimane però ancora aperta la questione dei target relativi alle rinnovabili al 2030. Con il Parlamento che ha fissato l’obiettivo del 35% e il Consiglio, ancora spaccato tra Paesi ad alto o basso consumo di carbone, che salvo sorprese si atterrà al 27%, cifra che risale all’accordo del 2014. Questo però lo sapremo la prossima settimana, dopo la riunione del 18 dicembre.
Di seguito le news:
- Il regolamento sulla governance rappresenta una parte fondamentale del Clean Energy Package perché stabilisce i modi secondo cui i Paesi devono strutturare le loro strategie energetiche nazionali per i prossimi dieci anni. A tal proposito giovedì 7 dicembre le Commissioni riunite ITRE e ENVI del Parlamento europeo hanno approvato con 61 voti favorevoli, 46 contrari e 9 astenuti una risoluzione presentata dai relatori Claude Turmes e Michèle Rivasi del partito dei Verdi. I punti salienti della proposta sono tre:
- L’economia europea deve diventare a emissioni zero entro il 2050. I piani energetici nazionali devono essere più precisi e non devono fermarsi al 2030. Per questo, secondo Turmes non c’è la necessità di una presentazione immediata dei piani nazionali, come ha sostenuto Maroš Šefčovič: meglio concedere più tempo in cambio di maggior precisione.
- I Paesi devono presentare i propri piani energetici ogni 5 anni. Questi ultimi devono coprire un arco di tempo di 10 anni. La Commissione UE inoltre deve avere più potere di intervento nel caso in cui ci sia un divario tra gli obiettivi europei e quelli dei singoli Paesi.
- Introduzione del “carbon budget” all’interno delle leggi UE per misurare quanta CO2 può ancora essere emessa senza violare gli accordi di Parigi sul riscaldamento globale.
Il Partito Popolare Europeo (PPE) e il Partito dei Riformisti e Conservatori (ECR) hanno presentato due emendamenti per contrastare la proposta dei Verdi: uno chiede l’eliminazione dell’obbligo di presentazione delle SEN ogni cinque anni e l’altro chiede la rimozione del riferimento ad un’economia europea a emissioni zero entro il 2050. Il Parlamento si riunirà in Plenaria a gennaio 2018 per esprimere la propria posizione sul dossier, mentre è probabile che il Consiglio raggiungerà un accordo nella riunione del 18 dicembre.
- Nel nostro report riferito alla settimana 25-30 ottobre, avevamo evidenziato l’ingresso dei progetti Carbon Capture and Storage (CCS) nella bozza di elenco dei progetti di comune interesse della Commissione UE. Avevamo sottolineato l’importanza di questa tecnologia sia per il raggiungimento degli obiettivi climatici contenuti negli accordi di Parigi, sia per favorire l’integrazione del mercato. Le cose però sembrano cambiare in fretta.L’aumento di energia rinnovabile a basso costo (anche sotto i sette euro per Kilowattora) ha di fatto messo in discussione l’utilità di questa tecnologia nata con il fine di aiutare e accelerare la decarbonizzazione in settori come la produzione di acciaio, calcestruzzo e la produzione di energia elettrica da carbone. Auke Lont, CEO di Statnett, durante un evento a Bruxelles ha dichiarato che se il prezzo delle rinnovabili continua a scendere non ci sarà spazio in Europa per questa tecnologia. Tuttavia, gli interessi di Paesi come Gran Bretagna, Olanda e Norvegia, i cui progetti in materia di CCS sono stati inseriti nell’elenco della Commissione, sono ancora molto forti. Il porto di Rotterdam infatti è in competizione con la Norvegia per diventare il primo cluster europeo di CCS, in grado di catturare la CO2 prodotta dai diversi siti industriali circostanti e stoccarla in siti offshore. Se la Commissione dovesse decidere di non confermare questi progetti tra i PCI’s allora verrebbero meno i finanziamenti e le agevolazioni burocratiche. La tecnologia CCS potrebbe giocare un ruolo importante nelle centrali a carbone di Cina e India, la cui dismissione (comunque non all’ordine del giorno) sarebbe più costosa rispetto all’applicazione di tecnologie per la cattura della CO2.
- Grazie ad una costante crescita della produzione globale, il costo delle batterie per alimentare i veicoli elettrici ha raggiunto nel 2017 i minimi storici. Secondo una ricerca di Bloomberg New Energy Finance, le batterie agli ioni di litio hanno un prezzo di mercato di 209 dollari per Kilowattora, stiamo parlando del 24% meno rispetto al 2016 e di circa un quinto rispetto al 2010. Lo studio è stato realizzato dall’analista James Frith, il quale sostiene che nei prossimi anni ci sarà un punto di svolta per i veicoli elettrici, in quanto il prezzo delle batterie è destinato a scendere costantemente giungendo sotto i 100 dollari per Kilowattora entro il 2025. Si allarga la produzione e conseguentemente scendono gli utili delle aziende produttrici.