Studio IRENA su rinnovabili, storage, obsolescenza programmata
Transizione energetica: è qui che si concentrano i maggiori sforzi delle Istituzioni europee in materia di energia e ambiente anche se la strada è ancora lunga, soprattutto per quanto riguarda l’economia circolare le cui regole sono ancora tutte da scrivere.
Il Focus di questa settimana si concentra su tre temi: energie rinnovabili, storage e la sensibilizzazione del Governo francese in materia di obsolescenza programmata dei prodotti. Buona lettura!
- L’International Renewable Energy Agency (IRENA), in collaborazione con la Commissione Europea, ha pubblicato uno studio sulle prospettive di sviluppo delle energie rinnovabili in Europa. Il report identifica le opzioni per produrre energia rinnovabile a basso costo in tutti i Paesi, settori e tecnologie dell’UE, al fine di soddisfare e persino superare l’obiettivo del 27% al 2030 proposto dal Consiglio UE. Lo studio prevede una piattaforma aperta per permettere ai Paesi UE di valutare l’impatto dei loro piani energetici nazionali a livello europeo. Fornisce inoltre informazioni sugli impatti ambientali ed economici dovuti all’ulteriore dispiegamento di fonti rinnovabili e sottolinea il ruolo che le energie rinnovabili potrebbero svolgere nella decarbonizzazione a lungo termine del sistema energetico europeo. Il rapporto mostra inoltre che tutti i Paesi dell’UE hanno il potenziale per aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili, soprattutto sfruttando maggiormente la generazione di energia dall’eolico e dal solare. Inoltre, nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, che rappresenta circa la metà della domanda energetica europea, oltre due terzi delle opzioni rinnovabili identificate nello studio sono meno costose rispetto alle alternative convenzionali. Il report formula anche una serie di raccomandazioni volte ad aiutare l’UE a decarbonizzare la sua economia e a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi come stabilito negli accordi di Parigi. Nel pacchetto Clean Energy for All Europeans, la Commissione ha avanzato proposte per stimolare gli investimenti verso l’energia pulita ponendo l’efficienza energetica al primo posto, raggiungendo la leadership globale nelle energie rinnovabili e offrendo un giusto accordo ai consumatori.
- Lunedì 12 febbraio, il Consiglio di Amministrazione della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha approvato un finanziamento di 52,5 milioni di euro per il progetto di produzione di batterie agli ioni di litio dell’azienda svedese Northvolt. Il finanziamento è sostenuto da Horizon 2020 e da InnovFin, il Fondo UE a sostegno dei progetti che dimostrano di innovare nel settore energetico. L’impianto pilota della società svedese Northvolt, il cui CEO Peter Carlsson lavorava per Tesla, è l’iniziativa europea più avanzata per diminuire le importazioni di batterie da altri Paesi. Ci si attende a breve la chiusura dei negoziati e, dopo la firma, Northvolt inizierà la costruzione del progetto pilota. Questa fase servirà a dimostrare la fattibilità commerciale del progetto e a qualificare e industrializzare i prodotti. Le batterie sono destinate al settore dei trasporti, allo stoccaggio e alle applicazioni industriali e di consumo. Peter Carlsson, CEO di Northvolt ed ex Tesla, ha aggiunto: «L’Europa si sta muovendo rapidamente verso l’elettrificazione e l’obiettivo di Northvolt è costruire la batteria più ecologica al mondo per consentire la transizione. Con il sostegno della Banca europea per gli investimenti e dell’Unione europea, siamo un passo più vicini al creare una catena di valore europea che sia competitiva nella produzione di batterie».
- Il Governo Francese, nel progettare la propria roadmap sull’economia circolare, sta pensando di introdurre «lifetime», un’etichetta da applicare sui prodotti e in grado di contrastare o perlomeno disincentivare il fenomeno dell’obsolescenza programmata. Oggi interi settori sono colpiti dal fenomeno: elettrodomestici, smartphone, stampanti ma anche abbigliamento. Euractiv.com porta l’esempio delle calze da donna: il nylon è un materiale resistente che garantiva alle calze una lunga vita, ora pare che sia stata studiata una formula per indebolire il tessuto. Risultato? Secondo l’associazione francese HOP (Halte à l’Obsolescence Programmée), la spesa annuale per i collant può arrivare a 216 euro a persona. L’esposizione dell’etichetta «lifetime» per come è stata pensata dai francesi sarebbe volontaria, ossia a discrezione dei produttori e potrebbe essere messa accanto a quella energetica già esistente. L’intenzione del Governo francese è di inserirla entro il primo gennaio 2020. Per quanto riguarda le istituzioni europee, la Commissione non ha fatto cenno all’obsolescenza programmata nel pacchetto sull’economia circolare ma i francesi hanno cercato di sensibilizzare le istituzioni comunitarie su questo tema. Seguendo gli esempi francesi e austriaci (l’Austria già utilizza l’etichetta per gli elettrodomestici), gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione l’introduzione di un’etichetta europea volontaria. La Commissione ha risposto dichiarando l’intenzione di inserire gradualmente criteri di sostenibilità e riparabilità nell’etichetta energetica già esistente e che i primi risultati di questo processo sono previsti intorno al 2020-2021. Per quanto riguarda i singoli Paesi, Norvegia e Islanda hanno portato la garanzia sugli elettrodomestici a cinque anni, Inghilterra, Irlanda e Galles a sei. La Svezia ha un’aliquota IVA ridotta per i servizi di riparazione e incoraggia i consumatori a riparare i loro elettrodomestici consentendo una detrazione fiscale del 50% della spesa. La Francia invece rimane l’unico Paese europeo ad aver introdotto il reato di obsolescenza programmata per cui sono previste sanzioni specifiche.