Prime anticipazioni sul piano della Commissione: focus su tecnologie infrastrutturali e produzione sostenibile dell’acciaio. Prosegue il confronto sul Bilancio 2021-2027
Bilancio pluriennale UE: tra i temi del negoziato anche la tassa sui rifiuti di plastica ed il sistema ETS
Giovedì 23 gennaio, durante un dibattito con il Commissario europeo per il bilancio, Johannes Hahn, i negoziatori del Parlamento europeo hanno espresso la propria preoccupazione riguardo alla proposta di bilancio della Commissione per i prossimi sette anni (2021-2027).
La Commissione europea ha pubblicato una posizione negoziale che risale a maggio 2018. Tuttavia il 1° dicembre 2019 si è insediata la nuova Commissione – guidata da Ursula von der Leyen – che ha introdotto nuove politiche come il Green Deal europeo e il Just Transition Fund che necessitano di investimenti ad hoc.
In particolare, i deputati Jan Olbrycht (polacco) e José Manuel Fernandes (portoghese), entrambi nel gruppo di negoziatori ed esponenti del Partito Popolare europeo, hanno dichiarato che è necessario un aggiornamento tecnico della proposta di bilancio per rivedere le cifre che riguardano le nuove priorità. In effetti, il Commissario Hahn ha ammesso che i 7,5 miliardi di euro proposti per il Just Transition Fund necessitano di risorse supplementari.
Come la Commissione, anche il Parlamento europeo ha messo a punto da tempo la sua proposta per il bilancio a lungo termine: prevede una riforma delle entrate in modo che l’Unione europea disponga di maggiori risorse di reddito dirette, come un nuovo regime fiscale per le imprese (compresa la tassazione delle grandi imprese del settore digitale), i proventi del sistema di scambio delle emissioni (ETS) e una tassa sulla plastica. A tal proposito, i negoziatori del Parlamento hanno chiesto al Commissario lo stato dell’arte dei negoziati con il Consiglio (che ancora non ha chiarito la propria posizione) sulle proposte lanciate dal Parlamento. Il commissario Hahn ha confermato un avanzamento dei negoziati per la tassa sui rifiuti di plastica e il sistema di scambio delle emissioni.
In discussione nuove norme per combattere lo stress idrico
Secondo una stima della Commissione europea, entro il 2030 la metà di tutti i bacini fluviali europei potrebbe essere affetta da scarsità idrica come conseguenza del cambiamento climatico.
Martedì 21 gennaio la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha dato il proprio appoggio ad un accordo informale con il Consiglio per promuovere l’uso delle acque reflue trattate per l’irrigazione agricola, il cui quantitativo è pari a circa la metà dell’acqua usata ogni anno all’interno dell’UE. Incrementare il riutilizzo delle acque nell’agricoltura potrebbe ridurre lo stress idrico del 5% all’anno.
Le nuove norme introducono anche i requisiti minimi per la qualità dell’acqua, richiedono monitoraggi frequenti e obbligano gli impianti di trattamento delle acque reflue a elaborare dei piani di gestione dei rischi. Le autorità degli stati membri rilasceranno i permessi per gli impianti di trattamento e controlleranno il rispetto dei requisiti normativi.
Le nuove norme dovranno essere approvate dalla Plenaria del PE e dal Consiglio.
Nuova Strategia industriale Ue: nel documento della Commissione si parla di 6G, di decarbonizzazione dell’industria pesante e non solo
La testata giornalistica Euractiv ha anticipato il contenuto di un documento della Commissione europea dal titolo “Building block for a comprehensive industrial strategy”. Il paper delinea diverse aree strategiche per lo sviluppo sostenibile delle industrie europee, proteggendo al contempo la competitività e l’innovazione.
Particolare importanza viene attribuita alle tecnologie infrastrutturali, comprese misure per andare oltre il 5G e verso il 6G.
Sulle tecnologie di prossima generazione, il documento cita una “Strategic European partnership” sulla ricerca e l’innovazione nel campo delle “reti e servizi intelligenti oltre il 5G/verso il 6G”, che coinvolge gli Stati membri per rafforzare la loro “leadership europea nelle tecnologie di rete”.
I bullet point menzionati nel documento sono: Towards 6G; Digital Services Act; Artificial Intelligence; Customs Union; Ensuring a level playing field in investments; Linking defence and space policies; Pharmaceutical strategy and health data space; Industry’s climate and transport role.
Qui ci soffermiamo sull’ultimo punto. Secondo la Commissione, la nuova Strategia industriale svolgerà un ruolo chiave per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 ma per funzionare è fondamentale una stretta collaborazione con gli attori economici.
Una sfida della Commissione sarà la decarbonizzazione dell’industria pesante sviluppando tecnologie innovative, ad esempio per la produzione sostenibile dell’acciaio attraverso partenariati pubblico-privato. In particolare, si parla dell’idrogeno come fonte privilegiata su cui investire. Sul tema si è recentemente espresso anche il Commissario per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, affermando che l’idrogeno avrà un’importanza fondamentale per la transizione sostenibile.
Nella strategia si legge che potenziali veicoli per gli investimenti in idrogeno potranno essere i Projects of Common European Interest (IPCEI). Viene inoltre segnalato che sono in fase avanzata di lavorazione il nuovo piano sull’economia circolare, che comprende una possibile revisione delle norme sull’ecodesign e sull’etichettatura energetica; una revisione della Direttiva sulle batterie e la Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente in cui è menzionata l’iniziativa #rechargeEU sull’aumento dei punti di ricarica per i veicoli elettrici. Si legge infine che l’Unione europea intensificherà gli sforzi per promuovere l’utilizzo del Wi-Fi nel settore dei trasporti costruendo un’infrastruttura 5G per la mobilità.
Emissioni zero entro il 2050: per la Commissione il gas naturale deve essere gradualmente abbandonato
Lunedì 20 gennaio, durante l’evento “LNG and the Eu Green Deal”, l’alto funzionario della Commissione europea presso la DG Energia, Florian Ermacora, ha dichiarato che per raggiungere la piena decarbonizzazione, le politiche energetiche europee dovranno fare a meno dell’industria del gas naturale così per come la conosciamo. Questo però non significa decretare la morte del gas, che svolgerà un ruolo importante durante la transizione ecologica, ma significa aumentare gli investimenti nei cosiddetti gas puliti, come idrogeno e biometano, che secondo le proiezioni della Commissione potrebbero rappresentare entro il 2050 tra il 30% e il 70% del consumo totale di gas.
Le dichiarazioni di Ermacora, considerate dal punto di vista delle politiche europee, possono significare due cose: 1) nessun lock-in nel gas naturale; 2) visto l’obiettivo di zero emissioni al 2050 non è possibile fare affidamento per decenni sulle importazioni di gas naturale. Infatti il funzionario della Commissione ha suggerito che Russia, Norvegia e Stati Uniti dovrebbero conformare le esportazioni di gas alle norme dell’Unione europea.
Dal canto suo, giovedì 23 gennaio il Commissario per l’Energia, Kadri Simons, ha tenuto un discorso davanti alla Commissione Industria del Parlamento europeo in cui ha annunciato che entro fine anno il Regolamento europeo sulle infrastrutture del trasporto energetico verrà rivisto per garantire che sia in linea con gli obiettivi ambientali. Le norme aggiornate, ha affermato, supporteranno «infrastrutture come reti intelligenti, reti a idrogeno o cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio», nonché «stoccaggio dell’energia» e «integrazione settoriale».
L’aeroporto di Fiumicino testa un asfalto con grafene e rifiuti plastici
L’aeroporto internazionale di Fiumicino è il primo al mondo ad avviare i test su un nuovo tipo di asfalto chiamato Gipave, che contiene grafene (derivato dalla grafite) e una plastica particolare che non è possibile riciclare e che sarebbe destinata agli impianti di termovalorizzazione. Questo nuovo asfalto, già testato in ambito stradale, è stato steso su una della piste più trafficate dell’aeroporto romano per valutarne la capacità di resistenza.
La tecnologia interamente made in Italy è stata sviluppata da Iterchimica, in collaborazione con Directa Plus, con A2A e con l’Università Bicocca di Milano che ne ha analizzato l’impatto ambientale.