Il Parlamento di Bruxelles ha eletto i vertici delle proprie Commissioni, che rimarranno in carica per 2 anni e mezzo. Von der Leyen al lavoro sulla squadra dei nuovi commissari
Von der Leyen presidente: ora la squadra dei nuovi commissari
Martedì 16 luglio, il Parlamento europeo riunito in seduta Plenaria ha eletto Ursula von der Leyen prima presidente donna della Commissione europea con 383 voti a favore, 327 contrari e 2 astensioni.
Il primo compito della neo presidente è quello di costruire la nuova squadra di commissari che entrerà in carica dal 1° novembre 2019. Il Consiglio europeo, in accordo con la neo-eletta presidente della Commissione, adotterà un elenco di candidati, uno per ogni Stato membro. I candidati, in base alle competenze previste per ciascuno, verranno valutati dalle Commissioni parlamentari competenti che trasmetteranno il proprio giudizio al Presidente del Parlamento europeo (è già accaduto che una valutazione negativa abbia indotto i candidati a ritirarsi dalla procedura). L’intera Commissione, inclusi il Presidente e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dovrà poi essere approvata dal Parlamento con una singola votazione. Spetterà poi al Consiglio europeo nominarli ufficialmente.
Parlamento europeo: chi sono i presidenti delle Commissioni
Durante le prime riunioni di luglio, le Commissioni del Parlamento europeo hanno eletto i loro presidenti che rimarranno in carica per 2 anni e mezzo. Di seguito una infografica con i nomi dei presidenti delle 20 Commissioni e delle 2 Sottocommissioni.
Consiglio UE: approvate le direttive di negoziato per la modernizzazione del Trattato sulla Carta dell’Energia
Lunedì 15 luglio, il Consiglio ha dato mandato alla Commissione UE per avviare i negoziati sulla modernizzazione del Trattato sulla Carta dell’energia (ECT) che non subisce modifiche rilevanti dal 1998, anno della sua adozione.
Il Trattato è un accordo multilaterale che fornisce un quadro per il commercio e gli investimenti nel settore dell’energia. Attualmente aderiscono all’ECT 53 soggetti, compresi gran parte degli Stati membri dell’UE, l’UE stessa e l’EURATOM. Uno dei principali elementi contenuti nelle direttive di negoziato consiste nel garantire che gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici e transizione all’energia pulita siano rispecchiati nell’ECT modernizzato. Ne consegue che l’UE potrà imporre ai partecipanti al mercato provenienti da Paesi terzi di rispettare la legislazione dell’Unione e degli Stati membri, compresa quella relativa alla politica ambientale e di sicurezza. Inoltre, l’ECT modernizzato dovrebbe ribadire esplicitamente il cosiddetto “diritto di legiferare”, ossia il diritto delle parti contraenti di adottare misure a tutela della salute, sicurezza, ambiente e altri obiettivi di politica pubblica.
UE-Turchia: rapporti tesi per via delle trivellazioni illegali a largo di Cipro. Il Consiglio adotta conclusioni
Lunedì 15 luglio, il Consiglio europeo ha adottato alcune conclusioni sulle attività di trivellazione che la Turchia sta praticando nel Mediterraneo orientale.
Nelle conclusioni, il Consiglio chiede alla Turchia di cessare le attività illegali di trivellazione nel Mediterraneo orientale a ovest e a nord-est di Cipro, ribadendo l’impatto negativo che queste azioni hanno sui rapporti diplomatici UE-Turchia.
È accolto l’invito di Cipro a negoziare con la Turchia chiedendo a quest’ultima di cessare le proprie attività «nel pieno rispetto del diritto internazionale e conformemente al principio delle relazioni di buon vicinato».
Inoltre, alla luce delle attività di trivellazione illegali della Turchia, protratte nel tempo e anche nuove, il Consiglio decide di sospendere i negoziati sull’accordo globale relativo al trasporto aereo e conviene di non riunire, per il momento, il consiglio di associazione né portare avanti il dialogo ad alto livello tra l’UE e la Turchia. Il Consiglio approva la proposta della Commissione di ridurre l’assistenza preadesione alla Turchia per il 2020 e invita la BEI a riesaminare le sue attività di prestito in Turchia, in particolare per quanto riguarda le attività garantite da titoli di Stato.
Pannelli solari: +16% rispetto al 2018
Secondo uno studio di EnergyTrend, nel corso del 2019 la domanda di pannelli fotovoltaici a livello globale aumenterà del 16% rispetto al 2018 passando da 108,82 GW a 125,5 GW.
Il report segnala una crescita in Cina, Stati Uniti, India, Giappone, Australia e in alcuni mercati europei in cui la richiesta di moduli fotovoltaici è passata da 11,9 GW del 2018 a 21,8 GW nel 2019. La domanda dovrebbe continuare a crescere fino a 24 GW nel 2020.
Inoltre, la Cina nei primi 5 mesi del 2019 ha aumentato quasi del 50% le esportazioni di pannelli solari arrivando a 28,5 GW rispetto ai 14,68 GW dello stesso periodo nel 2018. Di questi 28,5 GW, 9,2 sono stati forniti al mercato europeo (grazie alla Commissione europea che ha rimosso i prezzo minimi imposti sulle importazioni).
BEI: investimenti di 10 miliardi di euro sull’economia circolare
Giovedì 18 luglio, in Lussemburgo, la Banca Europea per gli Investimenti – insieme a Bank Gospodarstwa Krajowego (BGK – Poland), Groupe Caisse des Dépôts (CDC – France) compresa Bpifrance, Cassa Depositi e Prestiti (CDP – Italy), Instituto de Crédito Oficial (ICO – Spain) e Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW – Germany) – ha lanciato la Joint Initiative for Circular Economy (JICE) che prevede investimenti per il periodo 2019-2023 di almeno 10 miliardi per sostenere lo sviluppo e l’attuazione di progetti e programmi di economia circolare nell’Unione europea. JICE fornirà prestiti, investimenti azionari o garanzie a progetti meritevoli e svilupperà modelli di finanziamento innovativi per infrastrutture pubbliche e private, comuni, imprese private di diverse dimensioni e progetti di ricerca e innovazione. L’obiettivo è prevenire ed eliminare gli sprechi, aumentare l’efficienza delle risorse e incentivare l’innovazione promuovendo la circolarità in tutti i settori dell’economia.
Deforestazione: serve più trasparenza su impatto delle aziende
Martedì 16 luglio, l’Organizzazione non profit CDP (ex Carbon Disclosure Project) ha pubblicato un report che illustra i risultati della richiesta fatta a 1.500 aziende di rendere pubblici i dati relativi al consumo di legname, olio di palma, bestiame e soia per misurarne l’effetto sull’attività di deforestazione nel 2018.
Il report sottolinea che quasi tre aziende su quattro non hanno fornito i dati richiesti. Tra queste ci sono REWE Group, Auchan Holding, Parmalat e Louis Dreyfus ma anche IKEA.
Un ulteriore dato che si legge nel report sottolinea che, tra le aziende che hanno comunicato i propri dati, un quarto ha dichiarato di non avere in programma azioni per limitare il proprio impatto sulle foreste.
Secondo CDP, la trasparenza sulle attività delle aziende che hanno un impatto sulla deforestazione è bassa se paragonata ad altre questioni di tutela ambientale. Inoltre, la tendenza che si sta affermando tra i consumatori è quella di voler conoscere sempre più in dettaglio l’impronta ambientale delle merci che consumano e le aziende che non si dimostrano trasparenti rischiano danni reputazionali e conseguenti perdite economiche.