Emissioni nocive, report globale sul carbone, smart cities
Prima di parlare di energia e ambiente questa settimana c’è un’importante news che riguarda la politica europea. Martedì 20 marzo il Consiglio UE ha deciso all’unanimità che le prossime elezioni del Parlamento europeo dovrebbero tenersi tra il 23 e il 26 maggio 2019. Ora segue il parere del Parlamento. Si ritiene che il Consiglio dovrebbe adottare formalmente la sua decisione prima della fine del mese di giugno.
Per quanto riguarda le news di questa settimana: emissioni nocive, report globale sul carbone e smart cities.
- Nella riunione di giovedì 22 marzo il Consiglio europeo ha adottato le conclusioni sull’occupazione, la crescita e la competitività, nonché sull’accordo di Parigi, l’Europa digitale, i Balcani occidentali, le azioni della Turchia nel Mediterraneo orientale e nel mar Egeo e i fatti di Salisbury.
Per quanto concerne i temi relativi ad energia e ambiente, si segnala che nel suo documento il Consiglio invita la Commissione a presentare, entro il primo trimestre del 2019, una proposta di strategia a lungo termine dell’UE per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra conformemente all’accordo di Parigi, tenendo conto dei piani nazionali.
- Secondo Sharing Cities, un programma dell’UE sulle Smart Cities, sostituire le vecchie reti di lampioni presenti sul territorio europeo con lampioni intelligenti potrebbe ridurre il costo delle bollette relative all’elettricità di 2,1 miliardi di euro l’anno e garantire risparmi energetici tra il 50% e il 70% (questi dati sono stati pubblicati su Euractiv.com). Sempre secondo Sharing Cities, le città europee spendono circa 3 miliardi di euro l’anno per l’illuminazione, cifra che potrebbe scendere a 900 milioni grazie ai lampioni intelligenti. Il programma coinvolge ad oggi sei città europee che stanno ricevendo le forniture di lampioni: Londra, Lisbona, Milano, Bordeaux, Varsavia e Burgas rappresentano progetti pilota da estendere poi ad altre realtà. Inoltre, si legge su Euractiv, i lampioni intelligenti possono raccogliere i dati relativi alle disponibilità di parcheggio, cosa che potrebbe da un lato ridurre i livelli di inquinamento e dall’altro eliminare gli ingorghi di traffico che secondo una stima di Sharing Cities costerebbero all’Europa 100 miliardi di euro l’anno. Nathan Pierce, il direttore del programma, ha definito i lampioni intelligenti una formula “win-win” in quanto l’enorme quantità di soldi risparmiati potrà essere reinvestita in servizi pubblici importanti, come la sanità e l’assistenza sociale.
- Giovedì 22 marzo le ONG Coal Swarm, The Sierra Club e Greenpeace hanno pubblicato il report “Boom and bust 2018: tracking the global coal plant pipeline“. Di seguito riportiamo i principali risultati dello studio:
– il numero di centrali a carbone completate nel 2017 è inferiore del 28% rispetto a quelle completate nel 2016 (una diminuzione del 41% tra il 2015 e il 2017);
– il numero di nuove costruzioni di impianti è diminuito nell’ultimo anno del 29% (del 73% dal 2015 al 2017);
– si è verificato un calo anche nel numero di impianti costruiti per Paese (solo 7 Paesi a livello globale hanno iniziato la costruzione di più di un impianto);
– si è verificata una crescita dei Paesi che sostengono il phase-out dal carbone (ad oggi sono ben 34).
In Europa la situazione è la seguente: il carbone continua a svolgere un ruolo importante soprattutto in Germania e Polonia. Undici tra i Paesi membri dell’UE hanno già iniziato il processo di phase-out dal carbone con scadenza 2030: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Regno Unito. Un certo numero di Paesi europei invece non ha mai utilizzato il carbone: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Malta.
Ci sono stati degli sforzi ma per centrare gli obiettivi degli Accordi di Parigi il phase-out dal carbone dovrebbe essere molto più rapido.