Ancora al palo 26 dei 28 decreti necessari per dare piena attuazione alla legge sulle liberalizzazioni. Banche, R.C. auto, telefonia, carburanti… lungo elenco dei settori interessati
Non c’è da risolvere solo il problema di attuare la Legge di Bilancio e, più in generale, di una Legislatura incompiuta. In questo quadro infatti continua, inesorabile, anche la saga della «legge concorrenza». Non è bastata una gestazione lunga quasi mille giorni, il continuo ed estenuante andirivieni del provvedimento tra Camera e Senato, un voto di fiducia e una pubblicazione in Gazzetta Ufficiale in piena estate, ma la strada per la piena attuazione della Legge annuale per il mercato e la concorrenza è ancora in salita.
Senza i relativi provvedimenti attuativi, infatti, la legge così approvata, non paga delle forche caudine a cui è stata sottoposta lungo la scorsa legislatura, si ritrova in un binario morto, in attesa di un chiaro input politico che, al momento, non c’è.
Su 28 decreti da emanare, al momento, se ne registrano varati soltanto due: il primo è riferito alla definizione delle linee guida da seguire per la libera circolazione delle opere d’arte, specie in ambito internazionale (D.M. 06.12.2017), e il secondo, in ambito Giustizia, relativo all’istituzione degli archivi notarili distrettuali con competenza per la circoscrizione dei rispettivi distretti (D.M. 18.10.2017). Il resto risulta ancora non pervenuto.
Poca cosa, dunque, rispetto ai grandi temi che rappresentano l’ossatura stessa della Legge, e che hanno fatto discutere politici, categorie di imprenditori, consumatori e lobbisti.
Nella selva dei concerti tra i diversi dicasteri, accordi ancora tutti da raggiungere, mancano all’appello, tra i tanti, i provvedimenti attuativi relativi alla modifica del registro pubblico delle opposizioni, utile ad estendere il consenso o meno alla ricezione anche della pubblicità su carta, oppure quelli relativi al «pacchetto Rc auto», che incidono sensibilmente sulle regole dei sinistri stradali, con nuove tabelle per il calcolo dei risarcimenti dei danni e altri accorgimenti che avrebbero, come risultato finale, quello di introdurre consistenti agevolazioni sui premi assicurativi.
Ferme le nuove norme per semplificare le procedure di migrazione dei clienti tra operatori di telefonia mobile, grazie alla possibilità di identificare i clienti tramite SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale: problemi legati alla sicurezza stanno rallentando il via libera del Viminale, mentre al MISE si attende questo primo riscontro per poi licenziare il relativo decreto.
In alto mare anche i provvedimenti per il via libera alla confrontabilità on line dei conti corrente, con buona pace della trasparenza bancaria. Anche nel campo dei carburanti, le cose non vanno meglio: ancora missing in mission l’atto che permetterà alle singole stazioni di servizio di derogare all’obbligo della presenza di più colonnine di carburanti contemporaneamente, tra cui il GPL e il Metano.
I tempi, scanditi dalla legge 124/2017 per l’emanazione dei provvedimenti attuativi, sono già stati in grande parte disattesi. Nei 26 decreti in cerca d’autore, due le prossime scadenze in arrivo: la prima, relativa alla disciplina dell’istallazione, sui mezzi di trasporto, delle cosiddette “scatole nere”, il cui termine ultimo fissato dalla delega legislativa è il 29 agosto 2018. Stessa deadline per il decreto legislativo da adottare sulla revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, cosa che potrebbe finalmente dare una cornice giuridica a servizi come Uber.
La competizione elettorale, ormai in pieno svolgimento, non lascia presagire nulla di buono, e monta la consapevolezza che, in quanto a ritardi burocratici, la nostra macchina pubblica – quella si – non teme concorrenza.