Tutto pronto per la domanda dei contributi per la digitalizzazione delle Pmi. Si parte il 30 gennaio 2018
Sempre più digitale nelle imprese italiane. Dopo il varo del piano Industria 4.0, occasione offerta dal Ministero dello Sviluppo economico a tutte quelle aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale, ecco che l’innovazione digitale torna protagonista in azienda, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza imprenditoriale e modernizzare l’organizzazione del lavoro.
La digitalizzazione dei processi industriali è sempre più una realtà. Secondo i dati dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, la «digital transformation» vale già 1,7 miliardi di euro. Il 63% del mercato riguarda progetti Industrial IoT, Analytics, Cloud e robotica avanzata. Un mucchio di parole che, sino a qualche anno fa, sarebbero suonate oscure e indecifrabili alle piccole realtà industriali italiane. Secondo le ultime rilevazioni sono già 245 le startup nell’Industria 4.0, idee e progetti capaci di raccogliere finanziamenti per 2 miliardi di dollari. Senza dubbio un risultato lusinghiero, anche se il vero potenziale tecnologico della piccola e media industria italiana è ancora inespresso.
Per far fronte a ciò è intervenuto il MISE. È di poche settimane fa, infatti, il varo del decreto del dicastero guidato da Carlo Calenda, con cui il Ministero ha definito le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni riguardanti i voucher per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, misura economica per le piccole realtà imprenditoriali nazionali, che prevede un contributo (di importo non superiore a 10 mila euro) finalizzato all’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico. Ci sarà tempo sino al 9 febbraio 2018 per richiedere l’agevolazione.
La misura, figlia del D.L. n. 145/2003 (c.d. «Destinazione Italia»), è stata successivamente dettagliata dal Decreto interministeriale del 23 settembre 2014 (dopo delibera favorevole del CIPE), provvedimento che ha definito lo schema di bando e le modalità di erogazione del contributo tramite, appunto, il rodato sistema dei voucher. Tra le spese ammissibili l’acquisto di software, hardware o servizi specialistici che consentano, tra le altre cose, di sviluppare soluzioni di e-commerce, realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo tecnologico e, in generale, di fruire della connettività a banda larga e ultra larga per espandere il proprio business.
Interamente informatizzata, naturalmente, la procedura di richiesta del contributo: le domande dovranno essere presentate tramite l’apposito portale web. Indispensabile la Carta nazionale dei servizi e una casella di posta elettronica certificata, censita nel Registro delle imprese.
100 milioni di euro stanziati in prima battuta, suddivisi in bandi regionali. Più di 67 milioni di euro verranno assegnati alle regioni settentrionali, quasi 6 a quelle «di transizione» (Abruzzo, Molise e Sardegna) e 26,6 milioni per le rimanenti regioni del sud (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
Di tutto riguardo la previsione della riserva del 5% delle somme destinata alle micro, piccole e medie imprese che hanno conseguito il rating di legalità, il riconoscimento dedicato alle realtà imprenditoriali volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento responsabile in ambito aziendale.
Il messaggio è fin troppo chiaro: l’etica non è un optional, ma rappresenta la base per uno sviluppo rispettoso delle persone e del territorio.