Il Forlanini torna in vita. Dopo la chiusura avvenuta nel 2015, nefasta più che mai se pensiamo all’emergenza sanitaria vissuta negli ultimi 12 mesi, la Regione Lazio ha approvato l’atto di indirizzo per la riqualificazione del complesso per la realizzazione dell’Agenzia Europea di Ricerca Biomedica, realizzazione di RSA e di una nuova casa della salute.
Ambizioso il progetto presentato dall’Assessore alla Sanità laziale Alessio D’Amato: “vogliamo rilanciare il ruolo della sanità pubblica del Paese consentendo, in particolare a Roma, di diventare la capitale europea del biomedicale e di conseguire l’obiettivo strategico di valorizzare il patrimonio pubblico”. Siamo chiari, questo non significa che domani mattina si romperanno i catenacci al portone e già nel pomeriggio avremo una struttura avveniristica e funzionale nel cuore di Roma. La Delibera approvata dalla Regione Lazio dà semplicemente avvio alla redazione di un apposito studio di fattibilità, avvalendosi dei servizi della LAZIO crea S.p.A, a supporto della presentazione della candidatura a polo biomedicale.
Voci contrastanti e critiche giungono ovviamente dalla politica avversa al Presidente della Giunta Regionale del Lazio nonché Segretario Nazionale PD. Giungono dall’opposizione, in particolar modo dalla Consigliera Regionale del Lazio per la Lega, Laura Corrotti, che di concerto con il Prof. Massimo Martelli, dichiara: “Sulla riapertura del Forlanini un’intera Regione rischia di essere presa in giro, ancora una volta, dal presidente Zingaretti”.
Ma ripercorriamo, in breve, un po’ di storia di questo ospedale, per tanti anni luogo di guarigioni e ricovero di cittadini romani che in esso vedevano una struttura di eccellenza. L’ospedale Carlo Forlanini venne fondato negli anni 1920 per trattare i malati di tubercolosi e chiuso nel giugno 2015 con trasferimento delle sue funzioni nei vicini ospedali San Camillo-Forlanini sulla Circonvallazione Gianicolense e Lazzaro Spallanzani sulla via Portuense. Era intitolato a Carlo Forlanini, uno dei principali seguaci in Italia del professor Robert Koch, Premio Nobel per la medicina nel 1905 e scopritore dell’agente patogeno della tubercolosi.