Implicazioni spesso sottovalutate. Intercettazioni e attacchi informatici. Relazione Soro al Parlamento
Di LabParlamento
Il caso recente di Cambridge Analytica è “la punta di un iceberg sicuramente ben più esteso” che “ha reso evidenti le implicazioni di ordine politico e ordinamentale della nuova geografia dei poteri delineata dal digitale”. A rilevarlo è il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, nel suo intervento alla presentazione della Relazione annuale presso la Sala della Regina della Camera dei deputati.
“I primi accertamenti condotti, in cooperazione con le altre Autorità, sul caso Cambridge Analytica-Facebook, hanno messo in luce le implicazioni, spesso sottovalutate, del sistema di gestione delle inserzioni sulle grandi piattaforme del web – ricorda Soro. Esso determina, infatti, un flusso di dati degli utenti verso innumerevoli ‘terze parti’ poco trasparente e, nella maggior parte dei casi, del tutto ignorato dagli interessati. È, questa, una frontiera aperta su cui le Autorità di protezione dati interverranno, presumibilmente a lungo – assicura – avvalendosi dei nuovi strumenti loro riconosciuti dal Regolamento generale e dal Regolamento e-privacy”.
Secondo Soro, il decreto di riforma delle intercettazioni “introduce innovazioni importanti, limitando, sotto il controllo del pubblico ministero, l’ingresso nel fascicolo processuale di conversazioni irrilevanti, così rafforzando le garanzie di riservatezza soprattutto dei terzi, nel rispetto del contraddittorio e senza per questo indebolire i poteri investigativi”. “Le difficoltà che si stanno riscontrando nell’attuazione del decreto vanno dunque affrontate con tutto l’impegno che meritano, ma auspichiamo – ha aggiunto – non inducano ad abbandonare i principi fondanti una riforma che contribuisce a coniugare privacy ed esigenze di giustizia”.
Soro ha poi reso noto che gli attacchi informatici in Italia, “nel solo mese di maggio, hanno toccato la soglia di 140 al giorno. Dal 25 maggio sono aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach al Garante, che hanno interessato, assieme a quelli notificati a partire da marzo, oltre 330.000 persone”.
“All’aumento di tali rischi dovrebbe corrispondere una costante attenzione nella gestione dei sistemi informativi e un crescente impegno nell’osservanza degli obblighi di sicurezza e di qualità dei dati, di cui i soggetti pubblici devono farsi carico – prosegue Soro – In questo quadro, abbiamo sollecitato una forte iniziativa, da parte delle diverse istituzioni coinvolte nei processi decisionali relativi all innovazione tecnologica del Paese, per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell’Agenda digitale”.