L’ex ad di Unicredit sul retroscena riportato da De Bortoli. “Ma non avvertii pressioni”. Rivelazione su Marco Carrai, vicino a Renzi
di A.S.
“Nel dicembre 2014 la ministra Boschi mi chiese se era pensabile da parte di Unicredit un intervento su Banca Etruria, gli risposi che avremmo dato una risposta in totale autonomia. Fu un colloquio cordiale e non avvertii pressioni da parte della ministra. Da quel momento in poi non ci sono stato ulteriori contatti”. Così l’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni ha chiarito, a distanza di circa 7 mesi, la vicenda del retroscena riportato dall’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli nel suo libro “Poteri forti (o quasi)”, sul quale Maria Elena Boschi ha di recente avviato un’azione in sede civile.
Aprendo la sua audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sulle banche, Ghizzoni ha riferito di aver ricevuto a partire dalla fine di ottobre 2014 richieste di incontro da parte di Banca Etruria per valutare possibili investimenti di Unicredit nell’istituto aretino, e di aver ricevuto (al pari di Giuseppe Vegas) richieste di informazioni dall’ex ministra Boschi, preoccupata dagli impatti delle crisi di Mps ed Etruria sull’economia toscana. Il banchiere ha poi reso noto un particolare inedito, rivelando di aver ricevuto “il 13 gennaio 2015 una mail da Marco Carrai (imprenditore vicino a Matteo Renzi, ndr) in cui mi diceva ‘mi è stato chiesto su Etruria di sollecitarti per dare una risposta’. Risposi ‘ok, stiamo lavorando, quando avremo finito la nostra analisi contatteremo la Banca e daremo la nostra risposta’”. Alla fine di gennaio 2015 la vicenda si concluse in un nulla di fatto.
Maria Elena Boschi ha affidato a Twitter la sua prima replica, confermando la relazione iniziale dell’ex manager di Unicredit e ribadendo di non aver fatto alcuna pressione in favore di Banca Etruria, limitandosi a un semplice interessamento. Ciò nonostante, è prevedibile che nelle prossime ore salga ulteriormente la tensione su un caso aperto da mesi e destinato probabilmente ad accompagnare l’imminente campagna elettorale.