Duro scontro con CGIL e MDP, ma la maggioranza tiene. Orlandiani preoccupati, Poletti assente dal dibattito
di Alberto Giusti
In ben altre faccende affaccendato al vertice G7 di Taormina, il premier Gentiloni ad un certo punto deve aver spento il telefono. Potrebbe essere stata l’unica strategia per non badare alle decine di dichiarazioni, repliche e contro repliche, che hanno contrassegnato la giornata di ieri in Commissione Bilancio alla Camera, dove era atteso l’emendamento del governo che avrebbe reintrodotto la disciplina del lavoro occasionale.
In mattinata il capogruppo PD alla Camera Ettore Rosato, dopo alcune ricostruzioni giornalistiche che avevano parlato di un presunto fastidio del presidente del consiglio per il rischio di strappo sul tema voucher, aveva affermato dapprima che l’emendamento in questione sarebbe stato presentato dal Partito Democratico, e successivamente che su richiesta del governo l’emendamento sarebbe stato ritirato. Aveva dunque rimesso all’esecutivo la valutazione del rischio rispetto alla rottura con MDP, subito accolta con soddisfazione per il “passo indietro” dal deputato Ginefra, sostenitore di Emiliano al congresso del PD.
Non c’è stato tempo per ulteriori posizionamenti perché a mezzogiorno, a dettare definitivamente la linea, è intervenuta Anna Finocchiaro, Ministro per i Rapporti col Parlamento. “Non esiste nessuna tensione tra il Governo e il Partito democratico. La proposta di emendamento che sarà presentata in Commissione rispecchierà totalmente la volontà dell’esecutivo in materia di regolazione del lavoro occasionale” ha dichiarato ai cronisti, chiudendo teoricamente la questione.
Ma il capitale politico speso dal sindacato e dagli ex bersaniani sul tema non poteva certo permettere di abbandonare la trincea. Nel primo pomeriggio si è presentata a Montecitorio niente di meno che Susanna Camusso. La leader CGIL, in compagnia dei deputati di MDP e di molti sostenitori della mozione Orlando, tra cui Gianni Cuperlo e Cesare Damiano, avrebbe passato il resto della giornata dinanzi la Commissione Bilancio.
Così, mentre tutti i sindacati e le categorie del Paese lanciavano agenzie di posizionamento più o meno a favore di un nuovo strumento al posto dei voucher, ognuno col suo preciso distinguo, i lavori a Montecitorio lentamente si arenavano nell’attesa della versione definitiva dell’emendamento in questione, con un reiterato avanti e indietro di carte e persone fra gli uffici della presidenza del consiglio e le stanze parlamentari.
Alle 18 MDP sceglie di abbandonare la Commissione. Il relatore della manovra, Mauro Guerra, dichiara che il testo giungerà “in serata”, per essere sottoposto al dibattito e trovare un consenso largo. Le ore passano e la serata si trascorre in mattina.
Dunque, il quadro del lavoro occasionale, con una riformulazione del relatore dell’emendamento 54.09 a firma Di Salvo, Rotta, Tinagli, comprende sia lo strumento del “libretto famiglia” che quello delle “prestazioni di lavoro occasionale”, definiti “PrestO” in una versione del governo poi scomparsa.
IN ENTRAMBI I CASI:
- Completa tracciabilità
- Pagamento attraverso il portale INPS (versamento immediato delle somme, trasferite al prestatore 15 giorni dopo)
- Garanzie: diritto all’assicurazione contro l’invalidità, all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali, riposo giornaliero, pause e riposi settimanali.
LIMITI
- Per prestatore: 5000€
- Per utilizzatore: 5000€ (computati al 75% se resi da studenti under25, pensionati, disoccupati, percettori di REI o sostegno al reddito)
- Per prestatore verso il medesimo utilizzatore: 2500€
- Sopra le 280 ore del singolo prestatore per il medesimo utilizzatore scatta l’assunzione
- Divieto per lavoratori che avevano col medesimo utilizzatore un rapporto di lavoro nei 6 mesi precedenti
IL LIBRETTO FAMILIARE
Buoni acquistabili presso gli Uffici postali o il sito dell’INPS, dal valore nominale di 10€ per:
- Assistenza domiciliare (a bambini o anziani)
- Piccoli lavori domestici
- Insegnamento privato (ripetizioni)
LA PRESTAZIONE OCCASIONALE
- Contratti sottoscritti attraverso il sito dell’INPS da imprese fino ai 5 dipendenti o dalla PA (limitatamente a emergenze, lavori di solidarietà, manifestazioni varie, categorie disagiate)
- Compenso minimo orario di 9€ (oneri vari portano il costo orario a circa 12,50€)
- È vietato il ricorso al contratto di prestazione occasionale:
da parte degli utilizzatori che hanno alle proprie dipendenze più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato;
b) da parte delle imprese del settore agricolo, salvo che per le attività lavorative rese da studenti, pensionati, disoccupati e percettori di sostegno al reddito purché non iscritti l’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli;
c) da parte delle imprese dell’edilizia e di settori affini, delle imprese esercenti l’attività di escavazione e/o lavorazione di materiale lapideo, delle imprese del settore miniere, cave e torbiere;
d) nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi.
A difendere stamani questo nuovo strumento troviamo la vice presidente del gruppo PD Titti di Salvo, che su Italia Oggi dichiara “non chiamateli più voucher”, visto che si tratterebbe di veri e propri contratti di lavoro. Cesare Damiano intervistato dal Corriere della Sera si dichiara invece contrario, portando la posizione generale degli orlandiani di non voler votare l’emendamento, senza però mettere in discussione la fiducia al governo.
Il PD dunque fa muro rispetto all’opposizione di CGIL e MDP, spinto anche dalle pressioni del mondo economiche che a gran voce reclama un nuovo strumento flessibile e disintermediato per il lavoro accessorio e per le famiglie.
Dopo queste ore concitate, rese sicuramente più calde dalla contemporanea discussione sulla legge elettorale, rimane sul campo una domanda e un’incognita.
La domanda è cosa ne pensi di tutto questo il Ministro Poletti. All’abolizione dei voucher aveva parlato di un intervento da parte del governo entro il 15 maggio. A ben vedere, alla fine il suo dicastero ha lasciato ad altri la responsabilità sia del confronto con le parti sociali, sia del posizionamento politico sul tema.
L’incognita invece si chiama INPS. L’istituto guidato da Tito Boeri non è certo famoso per la velocità nel mettere in piedi portali informatici. Se oggi questo nuovo sistema viene previsto all’interno del decreto, quanto tempo si prenderà il colosso della previdenza per rendere fruibile ciò che tra qualche settimana sarà legge? Difficile pensare a scatti di velocità, con l’estate di mezzo, vista anche la complessità di un sistema che dovrà prevedere iscrizioni, pagamenti, probabili firme digitali e dispositivi di sicurezza non comuni nella PA. Realistico pensare che sia tutto pronto per Natale.