Il portavoce dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini, ha commentato con LabParlamento i dati dell’ultimo rapporto sulla sostenibilità
Professore, siamo al quarto rapporto ASviS e i dati ancora non sono quelli che si sperano. Però qualche cosa sta cambiando. Merito di ASviS o di Greta Thunberg?
Credo sia una piccola vittoria di tutti. In queste battaglie, infatti, si vince insieme così come, purtroppo, si perde insieme. ASviS è contenta di alcuni piccoli traguardi, ma crediamo si possa e si debba fare di più.
Abbiamo visto che i giovani si stanno impegnando molto sul fronte dello sviluppo sostenibile. Ma questo non basta, perché è vero che alcune rilevazioni demoscopiche confermano che in Italia sta crescendo l’attitudine dei consumatori e delle imprese verso prodotti e comportamenti responsabili, verdi, sostenibili, ma è anche vero che esiste una grande parte della popolazione, quella dei meno giovani, che è ancora “frenata”. E’ questa la scommessa che stiamo cercando di vincere e che poi è alla base dei Saturdays for Future che abbiamo proposto di recente.
Anche la partecipazione del Presidente della Repubblica alla presentazione del Rapporto Asvis 2019 è un bel segnale, non trova?
Il Presidente Mattarella ci ha sempre sostenuto, questa volta ci anche onorato della sua presenza. Ma anche il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e il Commissario designato Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni hanno partecipato.
Speriamo che questo sostegno così importante e qualificato ci aiuti a raggiungere ulteriori successi che, come ho detto, sono successi di una nazione, non di ASviS.
Dal Rapporto emergono buone e cattive notizie. Da dove partiamo?
Io tifo sempre per le buone notizie. Quindi partirei da qui.
Anzitutto, il nuovo Governo ha introdotto la sostenibilità nell’agenda politica e le linee programmatiche includono alcune proposte avanzate proprio dall’ ASviS: dall’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile all’avvio di un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, dall’uso dell’Agenda 2030 per ridisegnare il funzionamento del sistema socio-economico, alla valutazione dell’impatto economico-sociale-ambientale dei provvedimenti legislativi, dal taglio dei sussidi dannosi all’ambiente alla legge per annullare i differenziali retributivi tra uomini e donne, a parità di mansioni svolte. Non è poco.
Ma?
Ma i dati del rapporto dicono anche che l’Italia, nel proprio percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, peggiora i la sua performance in alcuni campi come la povertà, l’alimentazione e l’agricoltura sostenibile, l’acqua e le strutture igienico-sanitarie, il sistema energetico, le condizioni dei mari e degli ecosistemi terrestri. Rimane invece stabile per quanto riguarda l’educazione e la lotta al cambiamento climatico. Insomma, qui c’è da lavorare ancora molto.
Come?
Bisogna attivare alcune iniziative, sia a livello europeo che nazionale. ASviS le sta monitorando e sollecitando.
Ci fa qualche esempio?
La nuova Commissione europea intende mettere l’Agenda 2030 al centro della propria azione e ha recepito alcune delle proposte avanzate dall’ASviS a maggio. Per esempio, l’introduzione di una responsabilità diretta di ciascun Commissario al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile di propria competenza e il ridisegno del Semestre europeo intorno all’Agenda 2030.
Ma se ciò accade l’Italia non deve perdere il passo e per questo motivo è fondamentale che si preveda una legge annuale per lo sviluppo sostenibile, politiche integrate e azioni concrete a partire dalla prossima Legge di Bilancio.
Un’ultima domanda. Ad agosto si è parlato, prima della riconferma del Presidente Conte, di un suo incarico come Presidente del Consiglio. Cosa avrebbe scritto nella prima legge di bilancio da Presidente del Consiglio?
Che domanda, le proposte di ASviS (sorride)!!!