Con il varo di un “Esecutivo Renzi senza Renzi” si avvicina l’inizio di una nuova campagna elettorale
Con il giuramento di ieri 12 dicembre al Quirinale, cui stanno facendo seguito le votazioni di fiducia in Parlamento, si è chiusa la crisi che in una settimana ha portato al passaggio dall’Esecutivo Renzi al Governo guidato da Paolo Gentiloni.
La lista dei nuovi Ministri ha suscitato sorpresa tra gli addetti ai lavori, dal momento che a eccezione del cambio di titolare all’Istruzione e dello spostamento di Angelino Alfano dall’Interno agli Esteri (uniti al contorno dei Ministri senza portafoglio) Gentiloni ha varato un Governo in sostanza identico a quello presieduto da Matteo Renzi, nominando inoltre nella sua squadra i due più stretti collaboratori dell’ex premier: Luca Lotti (delega allo Sport) e Maria Elena Boschi, alla quale è stato riservato il ruolo di Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Una continuità decisamente superiore a quanto previsto, e che fa nascere dubbi sull’utilità di quanto accaduto a partire dalla sera del 4 dicembre. Al netto delle valutazioni sulla coerenza dimostrata da Renzi nel rassegnare le dimissioni dopo la sconfitta, proseguire l’esperienza governativa renziana non potendo più contare sul dinamismo del suo interprete principale rende da subito in salita il compito di Paolo Gentiloni, consapevole di guidare un Esecutivo che probabilmente non supererà la primavera del 2017 (perfino la Direzione del Partito Democratico, nel dare il via libera a uno dei suoi principali esponenti, ha fatto riferimento a un ritorno alle urne in breve tempo).
Sarà infatti l’alta instabilità dell’attuale quadro politico il panorama con il quale dovrà confrontarsi Gentiloni, la cui azione di governo sarà condizionata dalle tensioni (in merito ai programmi e alle leadership) che attraversano i maggiori partiti italiani, nonché dagli eventi extraparlamentari che saranno decisivi nel determinare quanto accadrà nei prossimi mesi: la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum (in programma per il 24 gennaio 2017) e l’anticipo delle primarie per la scelta del Segretario PD a inizio 2017, che dovrebbe essere deciso dall’Assemblea dem di domenica 18 dicembre. A queste considerazioni, va poi aggiunta l’incognita sulla consistenza della maggioranza che sosterrà il nuovo Esecutivo a Palazzo Madama, dal momento che i 18 Senatori che fanno riferimento a Denis Verdini hanno scelto di collocarsi all’opposizione.
Al momento, l’unica certezza è quella di essere sul punto di assistere a una nuova campagna elettorale, che si preannuncia, ancora una volta, senza esclusione di colpi. Dopo le settimane trascorse in una situazione di stallo dovuta all’eccessivo significato attribuito al referendum costituzionale, il Paese non ha bisogno di ulteriori prove muscolari tra i leader politici, ma di una classe dirigente che torni a occuparsi delle esigenze e dei problemi dei cittadini.