di V. Sor.
Buone notizie sul fronte della pandemia: le vaccinazioni marciano ormai a ritmi serrati, i contagi e le vittime del virus rallentano e mentre il Governo e le Regioni discutono gli ultimi, si spera, sostegni alle imprese, la situazione generale, complice l’arrivo della bella stagione, lascia intravedere la luce in fondo al tunnel della pandemia: il ritorno alla normalità e la ripartenza di tutti i settori economici. Tra i settori maggiormente colpiti, il turismo si prepara ad un coraggioso rilancio. Tutti sperano di poter tornare a viaggiare senza limitazioni o rischi per la salute, di ripopolare treni e aerei, stazioni e aeroporti.
Prima di preparare le valigie, quest’anno bisognerà attrezzarsi con un documento, il Green Pass ossia un certificato verde digitale o cartaceo che attesterà di essere stati vaccinati contro il Covid 19, di aver effettuato un test risultato negativo entro 48 ore o di essere guariti dall’infezione da meno di sei mesi. L’attestazione è stata introdotta con il decreto anti-Covid del 22 aprile 2021 e modificata con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Riaperture bis (Decreto-legge 65/2021, denominato Misure urgenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19 – G.U. n. 117 del 18 maggio 2021).
Sarà necessaria per spostarsi verso una regione arancione o rossa o per entrare in Italia dall’estero. E mentre l’Unione Europea prepara il Pass Europeo, l’Italia gioca d’anticipo, introducendo quello italiano, per favorire le prenotazioni e consentire alle strutture ricettive e a tutto il settore dei viaggi di riprendere fiato. Quello per l’estero lo hanno definito “Pass Europeo Verde” ma altro non è che un documento digitale con informazioni sullo stato di salute e un QR code con la firma digitale del possessore; redatto in due lingue, sarà valido per viaggiare nell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, presumibilmente a partire da giugno.
Il Green pass italiano è già in vigore, per ora in formato cartaceo. Viene rilasciato dalle strutture sanitarie, una volta accertate le condizioni di vaccinazione o di guarigione dell’interessato, dopo 15 giorni dalla prima dose di vaccino e dura fino alla seconda che ne estende la validità di ulteriori nove mesi. Se ottenuto con tampone e contagio ha tuttavia una validità ridotta a 48 ore e 6 mesi.
Per viaggiare in Europa con il Pass Europeo sarà invece necessario attendere che un regolamento Ue ne specifichi le caratteristiche tecniche. Il documento si potrà richiedere tramite app e certificherà lo stato di vaccinazione o guarigione e i risultati dei test richiesti dalle restrizioni di salute pubblica in vigore in alcuni stati.
Con il green pass Europeo dunque, basta quarantene o test all’arrivo in uno stato estero. Con quello italiano via libera alla partecipazione ad eventi, fiere e spettacoli dal vivo o per andare in discoteca. È forse “l’unica via di fuga” per il settore dei locali da ballo, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, alla presentazione del rapporto Fipe-Confcommercio (fonte agenzia DIRE). Il green pass è già in sperimentazione nei locali in Puglia e Lombardia mentre le discoteche bolognesi chiedono di poterlo adottare per ripartire in sicurezza.
Oliviero Giovetti, presidente Silb-Confcommercio Ascom Bologna commenta: “Chiediamo che le discoteche bolognesi vengano inserite in questo percorso fondamentale per la ripartenza di tutto il settore. I titolari dei locali da ballo sono pronti a mettere a disposizione le loro sale per i test e valutare il miglior modo per riaprire i cancelli delle discoteche”. Ed intanto si lancia il grido d’allarme di Viky Manaila, Trust Services Director di Intesi group, società che lavora ad un modello globale per l’interoperabilità dei passaporti digitali della salute.
“Il green pass vaccinale italiano e quello europeo espone i cittadini e le istituzioni al rischio di frodi o perdite. Non garantisce il necessario livello di sicurezza nella protezione dei dati sensibili. Favorire la ripresa degli spostamenti, con ripercussioni positive sul settore travel e non solo, è fondamentale, afferma, ma il rischio frodi resta altissimo, soprattutto per i certificati cartacei”. Sul fronte della tutela dei dati personali c’è il pericolo che vengano meno i principi generali di consenso dell’utente, requisiti di conservazione dei dati e garanzia della loro qualità, sicurezza delle informazioni. L’incertezza riguarda anche la tipologia di strumento da adottare: chip, QR Code, carta, app. “L’interoperabilità, infatti, passa anche dalla condivisione dei supporti e degli strumenti necessari per la condivisione delle informazioni. Non c’è un unico tipo da adottare – aggiungono da Viky Manaila – le credenziali possono essere rilasciate in formato digitale e trasformati in formato cartaceo (fonte «Agenzia DiRE» 19.05.2021). Rimangono i principi fondamentali della privacy e la sicurezza dei dati da rispettare, per ogni formato di green pass”. E su questo, si spera che vengano recepite le osservazioni, avanzate anche dal Garante della Privacy, per essere in regola e poter spiccare finalmente il volo.