A gennaio la Bce ha tagliato i tassi di interesse dal 3% al 2,75%, alla luce dell’andamento dell’inflazione dell’Eurozona che resta sotto controllo. Questa tendenza è stata confermata anche dall’Istat. Infatti, secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,6% su dicembre 2024 e dell’1,5% su gennaio 2024, dal +1,3% del mese precedente.
Tuttavia, ci si chiede quali saranno le future decisioni del Consiglio Direttivo della BCE sul fronte dei tassi alla luce delle recenti dichiarazioni del Presidente Trump in tema di Dazi commerciali. Ci saranno ripercussioni sull’inflazione? La prossima riunione del board si terrà il prossimo 5 marzo, il mercato guarda alle mosse dell’Europa e alle possibilità di negoziazione con l’amministrazione Usa.
Secondo Milano Finanza, un recente studio della BCE indica tra l’1,75% e il 2,25% il livello neutrale dei tassi di interesse per l’economia. Dunque, servirebbero altri due tagli per raggiungere la parte alta dell’intervallo. Stando al vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, in un’intervista alla tv spagnola TVE, la decisione verrà presa in base ai dati che verranno raccolti in questi mesi. “La nostra aspettativa è che l’inflazione continui a diminuire, anche se è importante essere prudenti, in quest’ ambiente di incertezza. Ma la traiettoria è chiara”.
Anche la FED esprime forti perplessità sul lato dei Dazi. Prima di abbassare il costo del denaro, Jerome Powell e gli altri responsabili di politica monetaria vorranno avere un quadro più dettagliato sulle politiche della nuova amministrazione statunitense e sul loro impatto in termini di crescita e inflazione, sia negli Stati Uniti sia a livello globale (Fonte: finanzaonline.com). Per il momento è difficile valutare gli effetti dei dazi annunciati da Trump, che potrebbero portare a ritorsioni ma anche a negoziati con i Paesi coinvolti. Il tycoon ha già ordinato l’imposizione di tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, a partire dal 12 marzo.
Al di là di futuri scenari al momento imprevedibili, la discesa dei tassi in Europa sembra aver dato una spinta al mercato dei mutui. Secondo l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it relativo a dicembre, nell’ultimo mese dello scorso anno il tasso medio è stato del 3,93% (contro il 4,94% di gennaio 2024), mentre quello del fisso si è attestato al 2,75% (dal 3,17% di inizio anno). Anche se si è ristretto il differenziale, il fisso resta di gran lunga più conveniente e quindi non sorprende che nel quarto trimestre abbia assorbito il 99,5% delle domande di finanziamento legato all’acquisto di un immobile. A parità di tipologia di finanziamento, poi, è possibile ottenere consistenti risparmi optando per un mutuo green, con il tasso medio che – nel caso del fisso – a dicembre si è attestato al 2,49% contro il 2,85% di quello tradizionale.