Nel corso dei lavori del Festival Euromediterraneo dell’economia, un laboratorio permanente organizzato dal Comune di Pollica e dal Future Food Institute che coinvolge in modo proattivo giovani, esperti ed imprese nel dibattito per co-progettare soluzioni per il Futuro del Mediterraneo, Davide Tabarelli, Presidente di NE- Nomisma Energia e Professore del Dipartimento di Ingegneria presso l’Università di Bologna, ha analizzato e descritto il ruolo dell’Italia, dell’Europa e le visioni geopolitiche per la diversificazione energetica del Mediterraneo.
La mobilità, i trasporti e l’elettricità sono elementi essenziali per lo sviluppo economico e la vita così come concepita in Occidente. Attualmente, la maggior parte dell’energia proviene dai derivati del petrolio e storicamente la crisi petrolifera del 1973 ha innescato un cambiamento epocale nell’approccio energetico, consegnando un primato strategico al dominio dei fossili e delle emissioni. Per l’Italia è importante parlare di energia considerando le grandi importazioni che provengono dall’estero e l’aumento del costo del gas degli ultimi mesi ha aiutato a far comprendere la nostra debolezza strutturale come sistema Italia.
“La percezione è che la crisi energetica sia passata, la grande paura è finita. E oggettivamente il disastro è stato evitato, anche se noi oggi paghiamo il gas di più della media pre-crisi e cinque volte quello che pagano Usa e Cina. La nostra aspirazione a una maggiore crescita deve fare i conti anche con questa realtà”, ha ribadito il Presidente Davide Tabarelli.
Per le visioni energetiche europee e per quelle del Mediterraneo, il mercato energetico sarà sempre più orientato al GNL. Inoltre, viste le difficoltà a fare nuovi tubi e collegamenti, nonostante il funzionamento del TAP, una parte importante della nostra diversificazione energetica proviene dal GNL. In aggiunta, assistiamo alla grande problematica dell’EastMed, il progetto di gasdotto che si snoderebbe per circa 1.900 km tra Israele, Cipro e Grecia, per poi, attraverso l’estensione Poseidon, raggiungere l’Italia, per generare nuove prospettive di approccio al gas da Cipro e Israele.
“C’è da dire che noi abbiamo due bei collegamenti con Libia e Algeria che ci legano già all’Africa; ecco, sarebbe bello averlo anche con l’Egitto. È importante fare infrastrutture, proprio per evitare di trovarci in futuro ancora nella situazione in cui siamo finiti nel 2022”, ha ribadito Davide Tabarelli. Nel nostro Mediterraneo ancora più problematica è la crisi del nucleare francese da cui l’Italia importa elettricità. Questo nucleare non potrà essere sostituito nel breve termine, tantomeno nel medio lungo periodo, costituendo una minaccia per il sistema elettrico italiano.
Sostanzialmente, l’Italia rimane fortemente dipendente dalle importazioni di energia che comportano un deficit energetico pari al6% del Pil, tutte risorse trasferite all’estero e che vengono sottratte all’economia nazionale. Analisi che aiutano a riflettere sulla non opportunità di passare da una dipendenza eccessiva dalla Russia ad una altrettanto squilibrata verso l’Algeria come sembrano ribadire alcune posizioni politiche. Tale strategia può essere accettata solo per un periodo di tempo limitato per superare la crisi attuale, ma nel lungo periodo bisogna cercare di avere maggiore diversificazione e dialogo democratico tra i Paesi protagonisti dell’export delle fonti di approvvigionamento estero verso l’Italia. Solo la diversificazione delle fonti e un’attenta considerazione della stabilità delle regole democratiche dei Paesi fornitori e di quelli di transito può dare sufficienti garanzie ad una visione geopolitica energetica equilibrata e sostenibile.