I concetti di comunicazione interpersonale, socialità ed interazione sono radicalmente cambiati negli ultimi anni.
Fino ad un decennio fa, diversi aspetti della nostra quotidianità erano molto, se non completamente, diversi. Complici le vicende degli ultimi anni, la comunicazione digitale ha letteralmente preso il sopravvento. Saper comunicare è molto importante, saperlo fare attraverso un dispositivo ancor di più. Che sia lo schermo di un computer, uno smartphone o un tablet poco importa.
Molte attività sono passate in modalità online. Riunioni aziendali, colloqui di lavoro, visite mediche e sedute di psicoterapia, per citarne alcune, possono essere svolte anche tra persone fisicamente distanti tra loro.
Un ambito che ha risentito moltissimo di questa mutazione, verso la comunicazione digitale, è senz’altro la politica. Il look, l’abbigliamento, gli accessori, il sorriso, il timbro della voce sono fondamentali per bucare lo schermo ed arrivare al cuore degli elettori. Secondo alcuni studi, la componente non verbale e quella paraverbale veicolano per l’80% dell’emotività della comunicazione, un aspetto da non sottovalutare.
Aver costruito una potente macchina di comunicazione e propaganda, basata su software all’avanguardia, analisi dei big data uniti alla giusta piattaforma social, hanno dato a molti politici un notevole vantaggio mediatico rispetto agli avversari politici, che hanno saputo sfruttare grazie anche all’abilità di vivere sui social network e di sapersi relazionare alle persone comuni che ogni giorno condividono e commentano molti post.
I vari social network permettono di sintonizzarci e restare aggiornati con il politico ed il partito che preferiamo, restando sempre aggiornati. Oscar Wilde diceva: “Non abbiamo una seconda occasione per fare una buona prima impressione“, ma grazie alla quantità di contenuti condivisi quotidianamente dai politici di tutti gli schieramenti, è spesso comune un cambio di idea laddove si vanno a toccare argomenti particolarmente delicati.
Se, quindi, da un lato l’onda del web può essere cavalcata fino a portarci molto in alto, c’è un rischio in tutto ciò e cioè la possibilità che la politica, da dimensione rispettabile e aulica, diventi l’ombra di sé stessa, il populismo. Le pubblicazioni di foto, video e di contenuti vengono promossi più facilmente ed indirizzati grazie agli algoritmi dei social network, per via della loro fruibilità da parte degli utenti che interagiscono.
Purtroppo, però questa modalità di interazione porta spesso, nell’indifferenza di molti, alla condivisione di fake news e notizie che vanno ad accentuare un malessere di fondo su temi caldi che, invece di essere risolti con strategie mirate, vengono sottolineati, portati all’eccesso colpendo gli elettori dritti sugli aspetti emotivi.
Questa strategie porta conseguentemente a bias, errori cognitivi di valutazione che non ci permettono di ragionare in modo lucido, coerente e soprattutto razionale. Molte persone tendono ad aderire pedissequamente alle notizie proposte senza valutarne la veridicità ed accettando un linguaggio spesso aggressivo e non istituzionale.
Il rischio si trova proprio in questa condizione, polarizzare il pensiero su un’unica dimensione annulla il diverso, un nuovo punto di vista che permette di crescere e mettere in gioco le proprie credenze, rendendole piatte ed unilaterali. Purtroppo questa modalità viene spesso tollerata, minimizzata o addirittura condivisa. Possiamo auspicarci che molti utenti se ne rendano conto, prima di trovarsi in minoranza dall’altra parte del dibattito, cioè la fazione di chi subisce.