Il barometro del turismo nel terzo trimestre 2021 rimane sottozero: -42,9% di presenze turistiche nel terzo trimestre; -78,6% di spesa per gli stranieri in Italia nel secondo trimestre, -43,9% di occupazione delle camere da gennaio a settembre e allo stesso tempo passeggeri aerei in calo del 65,2%.
Le conseguenze della pandemia sul settore turistico si fanno ancora sentire molto forte. E’ l’ultima stima riportata da Federlaberghi. A questo si aggiunge il cosiddetto “effetto ‘freezer”, ossia le continue disdette pervenute agli operatori turistici a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19, che secondo Confcommercio preannunciano una stagione turistica molto incerta.
Un’indagine condotta da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg ha rilevato infatti che su circa 35 milioni di partenze per le vacanze programmate lo scorso ottobre, di cui 10 milioni per l’Immacolata, 12 milioni per Natale e 13 milioni per Capodanno, oggi ne mancano all’appello ben 11 milioni. E le disdette di prenotazioni già fatte ammontano già a 2,5 milioni.
Le previsioni sono tutt’altro che ottimiste poiché si teme che questi numeri possano ulteriormente aumentare in caso di nuove restrizioni. Probabilmente non si può ancora parlare di crack ma sicuramente non siamo nemmeno di fronte a un boom. Molto interessanti anche gli ultimi dati pubblicati il 6 dicembre 2021 dall’Istat riguardo le vendite al dettaglio.
A ottobre 2021 si stima una moderata crescita congiunturale per le vendite al dettaglio (+0,1% in valore e +0,2% in volume). A determinare il segno positivo sono le vendite dei beni non alimentari (+0,3% in valore e +0,4% in volume) mentre quelle dei beni alimentari sono in calo (-0,1% in valore e -0,2% in volume).
Su base tendenziale, a ottobre 2021, le vendite al dettaglio aumentano del 3,7% in valore e del 2,8% in volume. Sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+6,4% in valore e +5,7% in volume) mentre quelle dei beni alimentari aumentano lievemente in valore (+0,2%) e diminuiscono in volume (-0,9%).
Tra i beni non alimentari, si registra una crescita tendenziale per quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di Dotazioni per l’informatica, comunicazione, telefonia (-3,6%), Generi casalinghi durevoli e non durevoli (-1,1%) e Cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,0%). Gli aumenti maggiori riguardano Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+14,8%), Abbigliamento e pellicceria (+14,2%) ed Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+12,7%).
Rispetto a ottobre 2020, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+2,7%), per le imprese operanti su piccole superfici (+5,8%) e per le vendite al di fuori dei negozi (+2,2%). Mentre la vera novità è rappresentata dal calo del commercio elettronico (-3,7%) dopo una lunga serie di dati positivi.
Infatti, lo scorso anno l’ecommerce aveva registrato un boom a causa della pandemia. “Tra le forme distributive si sottolinea il calo tendenziale del commercio elettronico, per la prima volta dall’inizio della serie storica; tale risultato è spiegato anche dal livello eccezionalmente elevato di ottobre 2020”, commenta l’Istat.
Infine, per quanto riguarda le stime sulle vendite del mese di dicembre, come spiega Confcommercio, i consumi sono in leggera crescita ma quest’anno in particolare sui regali di Natale peseranno l’inflazione e il caro-bollette.
Per il mese di dicembre si stima un valore di circa 110 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi, ecc.), valore inferiore di circa 10 miliardi di euro a quanto speso nel 2019. Per le sole spese commercializzabili (beni e servizi) cioè alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici bianchi e bruni, computer, cellulari e comunicazioni, libri, ricreazione, spettacoli e cultura, giocattoli e cura del sé, alberghi, bar e ristoranti, la stima è di 76 miliardi di euro. Nel 2020, questa spesa, fortemente correlata al benessere economico delle famiglie, era scesa a circa 66 miliardi di euro correnti.