Il 24 ottobre l’Alta commissione per le elezioni nazionali della Libia ha stabilito che le elezioni presidenziali e parlamentari si svolgeranno in contemporanea, e non come aveva proposto la Camera dei Rappresentanti di intervallare a distanza di 30 giorni il voto presidenziale da quello parlamentare.
Resta però ancora da chiarire la data esatta di queste elezioni: il piano stabilito dalle Nazioni Unite a novembre 2020 aveva fissato per il 24 dicembre 2021 la data del voto, solo che nessuna conferma definitiva è arrivata ancora da Tripoli e, anzi, si fanno sempre più insistenti le voci che parlano di un voto che potrebbe essere rimandato.
Il problema, che potrebbe far rimandare le elezioni, riguarda la legge elettorale attualmente in vigore, secondo la quale i candidati presidenziali sono obbligati a sospendere ogni attività pubblica per i tre mesi precedenti alla data del voto.
I candidati considerati più forti, come il capo del Governo di unità nazionale Abdulhamid Dabaibah, ritenuto il favorito secondo i sondaggi, non hanno al momento rispettato questa condizione e dunque rischierebbero di essere esclusi dalla corsa elettorale.
Questa situazione di incertezza, legata anche alle prossime imminenti elezioni, è sintomo di un paese ancora profondamente diviso, non solo dal punto di vista sociale, ma anche da quello politico-istituzionale. Nonostante che il Governo ad interim di Dabaibah sia sostenuto dalla comunità internazionale, è un governo debole, che deve fare i conti con istituzioni complesse, in costante conflitto tra loro per favorire i propri interessi.
Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio proprio recentemente, il 21 ottobre, è stato a Tripoli per partecipare ad una conferenza internazionale insieme agli altri Ministri degli Esteri dei paesi più coinvolti nella crisi libica. La dichiarazione conclusiva elaborata al termine della conferenza si concentra sul ritiro delle truppe straniere della Libia, con lo scopo di garantire l’integrità e l’indipendenza del paese, e punta l’attenzione sul rispetto del voto fissato il prossimo 24 dicembre, proprio a dimostrazione dell’importanza che ha per la comunità internazionale, e anche per l’Italia, una possibile stabilizzazione della Libia.
Le elezioni rappresentano per la Libia l’apice della fase di transizione democratica che il paese sta recentemente sperimentando, dopo anni di guerra civile iniziata nel lontano 2011.
L’accordo di cessate il fuoco siglato a Ginevra il 23 ottobre 2020 è stato probabilmente il punto di svolta, anche se una posticipazione delle elezioni potrebbe rimettere tutto in discussione.
L’unificazione della Libia passa attraverso la stabilità politica di quest’ultima, e le Nazioni Unite, e la comunità internazionale nel suo complesso, ne sono consapevoli ed è per questo che stanno ponendo molta enfasi sulla prossima tornata elettorale.
Il timore generale è che il mancato svolgimento delle elezioni potrebbe portare ad un deterioramento della situazione, e causare nuovi conflitti e nuove divisioni in uno scenario già piuttosto complicato.