Il 6 Aprile 2021 è stato pubblicato il World Economic Outlook ossia le previsioni economiche a livello mondiale del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il pil mondiale crescerà del 6%, rispetto al 5,5% stimato a gennaio e al +5,2% stimato a ottobre 2020. La flessione del Pil mondiale nel 2020 era stata del 3,3% rispetto al 2019. Anche per il 2022 è prevista una crescita (+4,4%), anch’essa rivista al rialzo rispetto alle stime contenute nei precedenti rapporti di gennaio (+4,2%) e di ottobre 2020 (+4,2%).
Si tratta di stime che, “riflettono i risultati superiori alle attese nella seconda metà del 2020” legati “all’allentamento dei lockdown e all’adattamento ai nuovi modi di lavorare” registrati nella maggior parte delle economie. Previsioni ottimiste anche per il Pil Italiano, infatti anche in questo caso l’FMI ha rivisto le stime al rialzo indicando una crescita del 4,2%, mentre nelle stime di gennaio la crescita era ferma al 3%.
Tuttavia, nelle previsioni di ottobre 2021 era stata calcolata un’impennata del Pil del 5,2%. Probabilmente tale stima non teneva conto della seconda ondata della pandemia da Covid-19 e delle innumerevoli restrizioni che ne hanno fatto seguito. Nel medio lungo termine la crescita calerà fino ad attestarsi a circa + 0,8% del 2026. Pesante il saldo finale del Pil italiano del 2020 che segna una flessione pari a – 8,9%.
Mentre la stima contenuta nell’aggiornamento del Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionaleriguardante il debito pubblico italiano prevede che quest’ultimo sarà pari al 159,7% nel 2021, in crescita rispetto al dato registrato nel 2020 (157,5%). Il debito pubblico italiano resta il secondo più alto tra quelli delle economie avanzate, superato soltanto da quello del Giappone che per il 2021 sarà pari al 258,7%.
Tuttavia, per il FMI il debito italiano viene considerato “sostenibile”, in virtù dei “bassi tassi di interesse” e della “prevista ripresa della crescita”, come dichiarato dal responsabile del dipartimento Affari fiscali dell’organizzazione di Washington, Vitor Gaspar. L’economista portoghese invita anche il nostro Paese a usare le risorse del Recovery Fund “per finanziare progetti di alta qualità in grado di rafforzare rafforzino le prospettive di crescita, facilitare la transizione verso un futuro verde e digitale e accelerare la riduzione del debito”.
Sul fronte disoccupazione l’FMI stima che il tasso passerà dal 9,1% del 2020 al 10,3% nel 2021 e all’11,6% nel 2022. “Le misure di sostegno al mantenimento del posto di lavoro sono importanti per mitigare i danni di uno shock avverso del mercato del lavoro come la pandemia di Covid-19. Il dispiegamento di tali misure è stato essenziale per evitare che la disoccupazione aumentasse ulteriormente e ha aiutato a proteggere i lavoratori più colpiti, come quelli meno qualificati”.
In generale, evidenzia l’Fmi, “le politiche di mantenimento del posto di lavoro sono l’opzione migliore per affrontare la temporanea (ma a volte lunga) perturbazione causata dallo shock pandemico avverso, aiutando a mantenere i posti di lavoro e a prevenire aumenti più bruschi della disoccupazione mentre lo shock è in corso. Le politiche di riallocazione dei lavoratori possono aiutare l’adattamento del mercato del lavoro ai cambiamenti permanenti nella struttura dell’economia causati dalla pandemia, in particolare quando lo shock sarà passato e l’economia sarà tornata alla normalità”.
Infine, per quanto riguarda l’inflazione si prevede un rialzo dal -0,1% del 2020 al +0,8% nel 2021 e al +0,9% nel 2022. Il bilancio delle partite correnti passa dal 3,6% del 2020 al 3,5% del 2021, al 3,4% del 2022.