Per molti anni l’assistenza sanitaria ha implicitamente comportato l’interazione fisica tra un paziente con un qualsiasi problema ed un medico, che con la sua esperienza, poteva effettuare controlli, diagnosi, trattamenti specifici oppure un’operazione chirurgica. L’evoluzione della nostra società sta portando questi paradigmi ad un rapido mutamento.
La situazione è cambiata con l’avvento della telemedicina, la quale ha reso possibile una nuova modalità di relazione tra medico e paziente, attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali. Pensandoci, già in questo momento siamo lontani dalla semplice conversazione dal vivo, in uno spazio fisico. La realtà aumentata e la realtà virtuale (AR/VR) stanno disegnando nuove possibilità, mai state immaginate, proposte e sperimentate prima d’ora. È già in atto quindi, la rivoluzione tecnologica che ci porterà nel futuro della medicina, proiettato nel metaverso.
Questa nuova concezione di helthcare, simboleggia un punto di svolta epocale per quanto riguarda l’assistenza sanitaria.
Il metaverso è un mondo digitale, una realtà all’interno del quale si può navigare in luoghi, situazioni virtuali, generati dal computer e con i quali è possibile interagire in tempo reale. In questo spazio, emergono nuove opportunità da cogliere ma anche sfide da studiare e superare. Sviluppato dall’industria dei giochi e da famose organizzazioni come Facebook (ora divenuto Meta), il Metaverso è un’interfaccia AR/VR in cui gli utenti sono totalmente immersi in una differente realtà con l’ausilio di sensori visivi, uditivi e tattili che rendono l’esperienza realistica ed incredibile. Si possono incontrare altri utenti all’interno di questo mondo virtuale ed interagire con essi. Si possono eseguire molte attività virtuali che però, seppur simulate, finiscono per fornire reali esperienze di apprendimento e risultati che possono essere applicati nel mondo reale.
Ha prodotto una grande risonanza mediatica, la notizia dell’entrata di questa realtà nel mondo medico e chirurgico attuale, tramite l’utilizzo di questa tecnologia al servizio dei corsi di formazione tenuti in America, presso il policlinico della University of Health di Farmington, nel Connecticut (USA) sono state fornite delle cuffie apposite, degli occhiali per vedere i loro avatar, all’interno di questa rappresentazione della sala operatoria composta da tavolo, strumentazione chirurgica dettagliatamente riprodotta ed infine, ma non per importanza, il paziente da operare, anch’esso reso virtualmente.
Essi hanno così la possibilità di manipolare gli strumenti con i controller, possono sentire persino la resistenza fisica, quando toccano o perforano un osso o un muscolo. In questa fase didattica, i futuri chirurghi possono separare gli strati virtuali dei vari tessuti del nostro corpo simulato, per vedere, comprendere e studiare al meglio, le caratteristiche anatomiche del corpo umano. In questo modo, gli specializzandi possono esercitarsi infinite volte, in un ambiente sicuro, garantito e arricchito da feedback altamente professionali, senza problematiche relative ad eventuali sbagli.
Anche la psicoterapia sta acquisendo queste nuove dinamiche, dando la possibilità ai pazienti che vogliono, di effettuare sedute di terapia in modalità virtuale, creando di fatto studi di psicologia e psicoterapia nel multiverso. Questa condizione sta già mostrando potenzialità anche nelle applicazioni terapeutiche come per esempio la terapia cognitiva, gruppi di supporto, valutazioni psichiatriche ed anche riabilitazione.
Pensiamo anche a tutti quei pazienti e quelle pazienti che non possono muoversi per motivi di salute e che non posso raggiungere fisicamente lo studio dello psicologo o della psicologa. Altri possibili utilizzi potranno riguardare medici che guidano i pazienti, supportati dal controllo remoto, per aiutarli ad eseguire diverse azioni. Rilevare le immagini, l’anamnesi e altri tipi di dati sanitari attinenti alla problematica lamentata dal paziente. Possiamo quindi notare come stia prendendo forma un grande potenziale, per migliorare l’assistenza sanitaria ai pazienti nell’intero panorama sanitario. L’idea di un metaverso può erroneamente suggerirci un tipo di tecnologia inerente al gaming, ai giochi e all’intrattenimento. In realtà, l’espandersi della tecnologia AR/VR nei più disparati settori, la sta rendendo, uno strumento utile ed efficace anche per il sistema sanitario, con un ruolo crescente della realtà virtuale nella formazione medica.
L’immersione dell’utente nel Metaverso è un veicolo perfetto per formare il personale sanitario e non solo. I moduli di formazione interattivi migliorano l’apprendimento di concetti chiave in cui, ad esempio, la VR può portare uno medico all’interno del corpo umano e può fornire una visione a 360° del problema del paziente. Se ci pensiamo le potenzialità del Metaverso dal punto di vista formativo sono molto interessanti, non possiamo che sperare in un utilizzo positivo di queste nuove possibilità, così da rendere la sanità accessibile a tutti, in ogni contesto.