L’esame del più importante provvedimento finanziario di carattere annuale si è spostato dal Senato alla Camera. La seconda lettura parlamentare è iniziata con i lavori della Commissione Bilancio: sono già stati presentati circa 5000 emendamenti e da mercoledì 2 dicembre si potrebbe cominciare con le relative votazioni. L’impressione è che le modifiche che Montecitorio potrà apportare al DdL Stabilità 2016 non saranno moltissime e che alcune correzioni (come quella per la decontribuzione totale per i nuovi assunti nelle Regioni meridionali) faranno registrare un accordo pressoché unanime, esteso a tutte le forze politiche. In ogni caso, il Governo sembra avere il controllo della situazione, tanto più alla Camera dove la maggioranza ha numeri “sicuri” e non deve temere imboscate. Prima di Natale il DdL effettuerà un ultimo rapido passaggio al Senato per la definitiva approvazione.
Un accordo politico esteso sarebbe stato necessario anche per l’elezione dei tre giudici della Corte costituzionale che mancano ormai da un anno e mezzo e che invece non si è raggiunto neanche nella riunione del Parlamento in seduta comune di martedì 1 dicembre: siamo giunti a 28 votazioni fallite, la prima delle quali risale al 12 giugno 2014. Grasso e Boldrini, i Presidenti di Camera e Senato, hanno fatto sentire la loro voce prima con una lettera congiunta pubblicata sul sito web del Senato e poi (Grasso) con un’intervista rilasciata domenica 29 novembre a la Repubblica. Dalle colonne del quotidiano romano, il Presidente di Palazzo Madama ha lanciato un segnale che sa di ultimatum alla politica, minacciando voti ad oltranza a partire da una data da individuare nel periodo delle festività natalizie. Ma questo tentativo di moral suasion non è andato a buon fine. Senza un diretto coinvolgimento delle segreterie di tutti i principali partiti è difficile dire quando si riuscirà a sbloccare una situazione di impasse ormai totale che crea un forte imbarazzo a tutta la classe politica e ne danneggia ulteriormente l’immagine. A complicare il quadro c’è la priorità che il Parlamento accorda proprio all’esame della Stabilità, che deve necessariamente diventare legge prima della fine dell’anno. Sarebbe davvero rincuorante se anche l’affaire Consulta venisse chiuso positivamente prima dell’inizio del 2016.