Formazione e competenze, soprattutto digitali, al centro degli obiettivi 2018
di Simona Corcos
Bilancio del 2017, azioni per il 2018 del “Piano Nazionale Impresa 4.0”: questo l’oggetto della presentazione di oggi, a Torino, presso le ex Officine Grandi Riparazioni, con gli interventi del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, di quello dello Sviluppo economico, Carlo Calenda e del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Nel documento pubblicato sul sito del Mise sono stati ribaditi i principali obiettivi del Piano, tra cui: +10 miliardi di incremento degli investimenti privati, da 80 a 90 miliardi nel 2017-2018; +11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione, con maggiore focus sulle tecnologie 4.0 nel periodo 2017-2020; 100% delle aziende italiane connesse a 30Mbps entro il 2020 e 50% connesse a 100Mbps.
Nel 2017 le imprese che hanno beneficiato del credito di imposta in ricerca, sviluppo e innovazione, ha indicato lo Sviluppo economico, sono aumentate del +104% rispetto al 2016. Ed il ministro Calenda durante l’evento ha sottolineato come: “Noi l’abbiamo cambiato con la finanziaria 2017, aumentandolo ma anche semplificandolo. Il risultato c’è: le imprese sono più che raddoppiate. In generale in Italia, su un campione di 24 mila imprese, la prospettiva non solo è per l’80 per cento di aumento, ma la crescita media dimensionale è del 10-15 per cento. Era il risultato che ci attendevamo con la missione di Impresa 4.0: le imprese non solo hanno ricominciato ad investire, ma hanno capito che questo sforzo di cambiamento è stato importante e che andava abbracciato e velocemente, con la politica di supporto” ha spiegato.
Inoltre, nel 2017 il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per circa 1 miliardo di euro ha garantito finanziamenti alle PMI per 17,5 miliardi di euro.
Calenda ha poi evidenziato la necessità di investire in formazione: “Cominciamo a spostare il focus sulla formazione, perché servirà a far sì che Industria 4.0 non spiazzi i lavoratori e abbiamo tutti gli elementi per rendere questa transizione a saldo positivo. Questa è una transizione molto delicata, in cui l’uomo rischia di essere sostituito dalle macchine. È la sfida dei prossimi 30 anni”.
Il Ministro dello Sviluppo economico ha voluto evidenziare che le dieci professioni oggi più richieste dal mercato non esistevano fino a 10 anni fa. E’ questa una delle maggiori sfide occupazionali che dovrà affrontare il mondo dell’industria digitale. Nel documento si legge che “l’occupazione crescerà nei Paesi che hanno investito sulle competenze digitali e si ridurrà in quelli che non le hanno acquisite in maniera adeguata”. Oltre alla formazione bisogna “gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità lavorative legate alla quarta rivoluzione industriale”, colmando il gap di competenze digitali di chi lavora.
La misura del credito di imposta sul costo del personale impiegato in corsi di formazione negli ambiti 4.0 mira proprio a “proteggere e rafforzare l’occupazione”. Tra gli ambiti della formazione previsti: robot collaborativi, manifattura additiva, realtà aumentata, simulazione, integrazioni digitali, industrial internet, cloud, cyber-security, big data analytics.
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