Nonostante le restrizioni che hanno costretto milioni di cittadini del mondo a rintanarsi in casa per non essere colpiti dal virus, la spesa militare globale ha continuato ad impennarsi sfiorando i 2.000 miliardi di dollari. A rilevarlo è l’ultimo rapporto dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (Sipri). Il Paese che ha speso la somma più alta in questo campo sono gli Stati Uniti con un aumento del 4,4%, a 778 miliardi di dollari pari al 39% della spesa globale. Ma ora vediamo come si è comportato il nostro paese.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Mil€x, la spesa militare italiana si attesta nel 2021 a poco meno di 25 miliardi di euro che evidenzia una crescita annua superiore all’8%. Si tratta di valutazioni effettuate secondo la nuova metodologia elaborata dall’Osservatorio che si pone l’obiettivo di valutare non solo le spese militari di competenza (sia peviste nelle bozze di legge di Bilancio sia confermate con gli stati di previsione definivi) ma anche le effettive spese di cassa una volta chiuso il rendiconto.
Francesco Vignarca, fondatore dell’Osservatorio ha sottolineato “come non sia possibile una immediata comparazione con le precedenti stime di Mil€x in quanto la nuova metodologia cambia radicalmente la considerazione di alcune voci. Abbiamo comunque realizzato un quadro con i riconteggi per gli ultimi tre anni, in modo da delineare le tendenze, in decisa crescita, decise con le ultime tre Leggi di Bilancio”.
L’Osservatorio ha voluto evidenziare come il totale complessivo si modifica in maniera rilevante con la nuova valutazione di costi per l’Arma dei Carabinieri: storicamente l’Osservatorio – su indicazioni ufficiali della Difesa – includeva nella spesa militare la metà dei capitoli di bilancio ad essi assegnati, mentre attualmente viene estrapolata una quota (di molto inferiore) dalle indicazioni specifiche che il DPP rilascia sull’uso prettamente militare dei Carabinieri nelle missioni internazionali.
Così, il totale per il 2021 è dunque pari a 24,97 miliardi di euro, provenienti in larga parte dal bilancio del Ministero della Difesa dedicato ad usi militari. A tale bilancio – che per questa quota specifica arriva a sfiorare i 18 miliardi di euro, con una crescita di 1 miliardo e mezzo rispetto al 2020 – si devono aggiungere poi i fondi del Ministero per lo Sviluppo economico destinati all’acquisizione di sistemi d’arma, la ripartizione del Fondo Missioni militari allocato sul MEF estrapolata sulla base degli anni precedenti e i costi delle pensioni militari pagate dall’INPS. Viene infine anche aggiunto il contributo diretto al bilancio della NATO.
La crescita delle spese militari rispetto al 2020 è complessivamente significativa ed ammonta all’8,1%, mentre è addirittura del 15,7% l’aumento rilevato rispetto al 2019. Sono in particolare i costi per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma ad aver provocato tale innalzamento, soprattutto perché si iniziano ad incamerare le quote per la difesa previste nei Fondi pluriennali di investimento governativi (di cui circa il 25% ha destinazione militare, secondo una recente analisi diffusa dal nostro Osservatorio). Per la prima volta il totale complessivo destinato dall’Italia all’acquisto di nuovi armamenti supera i 7 miliardi di euro (la cifra è di poco inferiore ai 7,3 miliardi).
Valutando le linee funzionali generali, è anche possibile suddividere le spese militari complessive in costi per il personale (45,8%), costi per investimenti in nuovi armamenti (29,2%), costi per il funzionamento delle Forze Armate (14,5%) e altri costi accessori (10,5%). Rispetto alle spese correnti dello Stato la spesa militare si attesta a circa il 4,3% del totale (sostanzialmente in linea con il recente passato).