Vittime in crescita del 4,5% rispetto al 2017. Le denunce complessive di infortunio mortale sono state 1.218 nel 2018 e 391 quelle dei primi cinque mesi del 2019. Aumentano anche le malattie denunciate che sfiorano quota 60.000, un terso sono per “causa professionale”. Si riduce il numero degli ispettori. Bilancio in attivo per 1,8 miliardi
Aumentano ancora i morti sul lavoro. Lo attesta l’ultimo rapporto Inail presentato a Roma nei giorni scorsi.
Il dettaglio dei dati racconta di un’Italia nella quale gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono più di 409mila, di cui circa il 19% occorsi fuori dell’azienda, cioè con mezzo di trasporto o in itinere. Le denunce di infortunio mortale sono state 1.218, in crescita del 6,1% rispetto al 2017. Il dato più preoccupante riguarda i casi accertati sul lavoro: 704, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente, di cui 421, pari a circa il 60% del totale, avvenuti fuori dell’azienda (35 casi sono ancora in istruttoria).
Inoltre, come emerge dagli ultimi dati pubblicati nella sezione “Open data” del sito Inail, nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 391, due in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Sostanzialmente stabile il numero delle denunce di infortunio sul lavoro nel complesso che, tra gennaio e maggio di quest’anno, sono state 269.431 (+0,04% rispetto all’anno scorso).
Anche le malattie denunciate nel 2018 sono aumentate del 2,6% rispetto all’anno precedente, arrivando a sfiorare quota 60.000.
Nel 37% dei casi si tratta di “causa professionale” mentre una piccola parte (pari al 3%) è ancora “in istruttoria”.
Il rapporto spiega che le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati (circa 43mila), di cui quasi il 40% per causa professionale riconosciuta. I lavoratori con malattia asbesto-correlata sono stati poco meno di 1.400, mentre quelli deceduti nel 2018 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.177 (-16,4% rispetto al 2017), di cui 257 per silicosi/asbestosi (il 74% con età al decesso maggiore di 79 anni).
Nei primi cinque mesi del 2019 sono aumentate le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail: 27.385, 372 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1,4%).
In questo contesto fondamentale è l’attività di prevenzione e di controllo e, da questo punto di vista, le cose non sono andate poi così male.
Nel 2018 gli ispettori dell’Inail hanno regolarizzato 41.674 lavoratori, dei quali 3.336 totalmente “in nero”, richiedendo il pagamento di premi non versati dalle aziende: 76 milioni di euro.
Le retribuzioni imponibili non dichiarate accertate sono state pari a circa 3,5 miliardi di euro, mentre le aziende controllate sono state 15.828, il 5% in meno rispetto al 2017 e il 24% in meno rispetto al 2016.
E su questo punto Massimo De Felice, Presidente dell’Inail, è intervenuto in modo piuttosto determinato: «La forza dei controlli si sta depauperando, a causa della riduzione della forza disponibile».
Nel 2018, infatti, come si legge nel rapporto, l’Inail ha potuto contare su 284 ispettori, a fronte dei 299 del 2017 e dei 350 del 2016.
Note positive invece sul fronte del bilancio. L’Istituto ha chiuso con un attivo di 1,8 miliardi di euro. Risorse che, secondo il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza (Civ), Giovanni Luciano, dovrebbero essere impiegate per «aumentare le prestazioni agli infortunati».