Sul rinnovo degli incentivi Scalfarotto (Mise) “interpreta” Calenda
La grande sfida delle riforme di questo Governo consiste nel “ridurre i rischi e moltiplicare le opportunità” dice Ivan Scalfarotto durante l’evento su Industria 4.0 organizzato dal thinkthank Centro Studi Grande Milano, svoltosi ieri. E il Piano Calenda va in questa direzione: “Aiutare le nostre imprese a diventare diverse perché sarà chiesto loro di essere diverse”. Non ha senso chiudersi alla storia che avanza.
Presenti nell’aula magna del Politecnico di Milano i presidenti delle Associazioni di categoria (Anima, Animp, Smi, Assintel), le imprese ICT (Enel e Fastweb) e i rappresentanti delle istituzioni (Daniela Mainini consigliera con il Patto Civico in regione Lombardia e presidente del ThinkThank organizzatore dell’evento), Patrizia Toia (eurodeputata e vice presidente Commissione Industria) e, appunto, Ivan Scalfarotto (sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico).
I messaggi che arrivano dal mondo delle imprese sono di apprezzamento per gli incentivi messi in campo dal piano del ministro Calenda anche se ci sono alcune questioni che andrebbero risolte. Per esempio, ASSINTEL sottolinea la difficoltà da parte delle Università italiane nel formare risorse con le competenze adeguate al mercato di oggi; mentre il presiedente Caprari di ANIMA evidenzia la necessità di comunicare di più e meglio il piano industria 4.0 alle PMI se vogliamo che investano e diventino eccellenze anche nel mondo della manifattura digitale.
Ma sul tavolo della discussione viene naturalmente portata una delle problematiche più dibattute degli ultimi mesi, ossia se, nei prossimi mesi, ci sarà o meno la proroga degli incentivi alle imprese anche per il 2018.
Su questa questione si chiude, non a caso, l’intervento di Scalfarotto. Per il sottosegretario, i 18 miliardi investiti nel piano industria 4.0 non sono figli di una politica assistenzialista ma al contrario “questi soldi si sbloccano quando voi (le imprese ndr) iniziate a investire”. Si tratta anche di “una sfida culturale”. Per questo “quando Calenda dice che non verranno prorogati gli incentivi va inteso nel senso di “potrebbero non esserlo”, soprattutto per capire se questa sfida è stata raccolta o no”.