Nemmeno il tempo di attecchire nel catalogo delle nuove professioni che già quello dell’influencer appare come un lavoro a rischio estinzione.
Tre ragazzi torinesi – Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti– da qualche mese stanno scombussolando l’eldorado mondo degli influencer, destinato – se prospererà il loro progetto – a sostituire belle ragazze in carne e ossa con altrettante piacevoli figliole creati però dalla grafica tridimensionale di potentissimi computer.
Dopo gli USA arriva anche in Italia il fenomeno delle virtual-influencer, ovvero creazioni interamente digitali che ambiscono a prendere il posto di reali (e strapagati) testimonial. Che non sia uno scherzo lo si capisce dalle grandi griffe che ruotano intorno alle influencer 3D. Brand del calibro di Prada e Samsung, infatti, hanno già iniziato a coinvolgere questi nuovi volti per le loro campagne pubblicitarie, rappresentando essi anche la migliore garanzia per ogni datore di lavoro: i meta-influencer, infatti, non si stancano, non reclamano e non hanno sindacati alle spalle. Un affarone.
Tornado all’interno dei confini nazionali, la creatura del team torinese si chiama Nefele, ed è a tutti gli effetti la prima influencer virtuale tricolore, meglio nota come influencer Cgi (computer-generated imagery).
A vedere le prime immagini di Nefele tutto si potrebbe dire tranne che sia un prodotto interamente digitale; le sue foto e i video postati sui suoi canali social riproducono a tutti gli effetti esperienze reali, soltanto che, dall’altra parte, ad indossare capi e sfoggiare borse non c’è una persona ma un insieme di bit e pixel.
Il processo di creazione delle Meta-infulencer parte da immagini reali, magari di personalità che prestano il proprio corpo ad entità che, in breve tempo, esisteranno solo sul web. Il resto è completato da abili media marketer che, attraverso post, foto e stories, costruiscono intorno a tale modello una personalità e una sua routine quotidiana. «Si tratta di un’entità che ha applicazioni non solo nel contesto attuale ma anche in quello che Zuckerberg ha definito Metaverso» spiegano i padri di Nefele, preannunciando già gli impieghi futuri del loro manichino digitale.
Pare che il mercato degli influencer virtuali abbia raggiunto cifre da capogiro, qualcosa come 13,8 miliardi solo lo scorso anno. Ne sa qualcosa Lil Miquela, influencer digitale con più di 3 milioni di follower all’attivo, creata da una società americana e che sfila per conto di Chanel. Il suo cachet, nel 2021, è stato di oltre 11 milioni di dollari. Ma anche Shudu, altra meta-influencer, non piange miseria, potendosi fregiare di una collaborazione con Tiffany.
Tempi duri per tanti adolescenti, dunque, che avevano già assaporato il gusto della notorietà e della ribalta grazie ai loro TikTok. Per loro, probabilmente, tornerà un futuro sui libri, dove la parola successo seguirà alla parola sacrificio.