Sebbene non manchino i dibattiti sui pro e i contro dell’Intelligenza artificiale, si discute in misura minore sull’impatto specifico che essa produrrebbe sulla coesione all’interno delle aree urbane e tra di esse.
Sul futuro dell’innovazione tecnologica all’interno delle città, nelle settimane scorse la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo ha commissionato uno studio volto ad esaminare lo stato delle conoscenze disponibili sul ruolo dell’IA nello sviluppo urbano, sui vantaggi e i rischi che potrebbero derivarne, nonché sulle potenziali implicazioni in termini di coesione socioeconomica e territoriale.
L’applicazione dell’IA al contesto urbano suscita grandi aspettative. Tra i progressi più recenti figura lo sviluppo di algoritmi di apprendimento automatico capaci di migliorare autonomamente senza ricevere istruzioni dettagliate da parte degli esseri umani. Se combinata con altre tecnologie digitali (big data, Internet delle cose, cloud e infrastrutture di comunicazione elettronica) all’interno delle città, l’IA può riunire e sfruttare sinergicamente l’enorme quantità di dati prodotti dalla normale vita cittadina.
L’applicazione dell’Intelligenza artificiale al contesto urbano può fornire numerose soluzioni in diversi settori, che vanno dal sostegno al processo decisionale, al lancio di servizi nuovi dedicati ai cittadini, così come alla creazione di nuove opportunità economiche. Pertanto, si legge nello studio, l’IA all’interno delle smart city può esercitare un impatto di vasta portata in numerosi ambiti di applicazione, molti dei quali risultano fondamentali per lo sviluppo urbano. Secondo gli esperti di Bruxelles, si prevede, tra l’altro, che l’IA favorirà l’efficienza, migliorerà la governance e promuoverà l’impegno democratico e la sostenibilità ambientale.
Tuttavia, il documento non tralascia i coni d’ombra che tale tecnologia porta con se. L’applicazione dell’Intelligenza artificiale nell’ambito dello sviluppo urbano è caratterizzata da una serie di rischi; in primo luogo, la notevole gestione di dati personali, cosa che comporta rischi per la sicurezza e la vita privata. I rischi correlati alle prestazioni, invece, riguardano il cosiddetto effetto “scatola nera” creato dagli algoritmi di IA ad autoapprendimento, che può generare o riprodurre pregiudizi e condurre a decisioni sbagliate. Altri rischi contemplati sono di natura economica, come il controverso effetto di “spiazzamento” dell’IA (ossia la perdita di posti di lavoro dovuta all’ingresso dell’automazione nei sistemi produttivi, con conseguente sostituzione dell’attività umana).
Per mitigare i rischi e sfruttare al massimo il potenziale dell’IA, secondo gli studiosi le autorità cittadine dovrebberogarantire il rispetto di una serie di condizioni necessarie, che comprendono l’accesso ai dati, l’interoperabilità e un’impalcatura giuridica efficace, come pure elementi più immateriali, tra cui strutture di governance adeguate, insieme naturalmente ad una capacità amministrativa pertinente. Un’ulteriore condizione essenziale, si legge nell’epilogo, è che i cittadini partecipino attivamente allo sviluppo delle città intelligenti basate sull’IA, in modo da progettare soluzioni mirate e instaurare con essa un clima di fiducia e familiarità.
In conclusione, lo studio si pronuncia a favore di un approccio territoriale all’IA nel contesto urbano, a patto però che sappia concentrarsi sulle esigenze dei cittadini e consideri la diversità dei casi e dei contesti.