di LabParlamento
“Abbiamo tolto il bavaglio che il Pd aveva messo alla stampa” così il ministro della Giustizia Bonafede ha annunciato la proroga dell’entrata in vigore della riforma sulle intercettazioni, contenuta nel decreto Milleproroghe approvato martedì dal Consiglio dei Ministri.
La legge, voluta fortemente dall’ex ministro Andrea Orlando è stata così “spostata” a marzo 2019, un arco di tempo che servirà a modificare l”impianto di una disposizione “attraverso un percorso partecipato”, ha ricordato il Guardasigilli che ha promesso anche una serie di colloqui con l’Associazione nazionale magistrati e il Consiglio nazionale forense.
“La riforma varata dal precedente governo non ci piaceva, c’era un’evidente compressione del diritto di difesa, con molti divieti ma senza effettive sanzioni e il ministro non ha voluto alcun confronto con noi” insorgono i penalisti dell’Unione delle Camere Penali mentre l’Anm, che difende l’operato di Bonafede, ricorda come quella partorita dal governo precedente fosse “una cattiva riforma che avrebbe danneggiato le indagini e violato il diritto di difesa”. Ma cosa prevedeva la riforma?
Il testo avrebbe dovuto essere efficace già entro questa settimana. Con esso si sarebbe così attuato un giro di vite sulla privacy e sulla diffusione illegale di intercettazioni non rilevanti, imponendo alla polizia giudiziaria di selezionare le intercettazioni grazie al “doppio filtro” che avrebbe dovuto portare allo stralcio di quelle inutilizzabili, un altro punto controverso, questo, che attirò al momento della sua stesura le critiche sia della magistratura che dei penalisti. L’Anm, infatti, è da sempre contraria all’introduzione nel codice penale del reato di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente mentre l’Ucpi non ha mai digerito il divieto di ottenere copia del materiale, in luogo di una più penalizzante “presa visione” che, secondo i penalisti (e non solo) avrebbe limitato il diritto di difesa.
Ancora una volta, dunque, le intercettazioni tornano prepotentemente nel dibattito politico con una nuova controriforma, quella annunciata dal Guardasigilli, che ha già aperto un nuovo vespaio di polemiche tra politica, magistratura associata e avvocatura penale.
L’autunno caldo per via Arenula è già iniziato.