“Il Green Pass è la nuova tessera fascista, una tessera politica che accerta il tuo allineamento al sistema accettando una vaccinazione che non ha le sufficienti garanzie di sicurezza, per dare un contentino a chi si espone al rischio del vaccino”. Diretta, intransigente e provocatoria Barbara Balanzoni, medico anestesista rianimatore, laureata in legge e con una carriera militare alle spalle, lancia appelli sui social, quando non viene censurata (su Facebook è già la quarta volta che succede), per dire la sua sull’obbligo del green pass, sui vaccini Covid e sugli effetti collaterali che provocano, ma che vengono ignorati. Per saperne di più riguardo al suo punto di vista, l’abbiamo intervistata.
Dottoressa Balanzoni, lei si dichiara apertamente no vax?
No, io non sono no vax. Io sono contro i vaccini Covid che sono stati prodotti e somministrati sinora. Infatti, venendo dall’ambiente militare, proprio per il mio lavoro mi sono sottoposta a numerose vaccinazioni. Credo che quella anti-covid sia l’unica che mi manca.
Perché è contraria al vaccino anti- Covid?
Per diverse ragioni. Per prima cosa, le stesse case farmaceutiche e gli istituti di farmaco vigilanza ammettono che le tappe per l’approvazione dei vaccini sono state enormemente compresse, ovvero che le fasi di studio che portano al vaccino non sono state studiate per il tempo minimo adeguato. E queste cose vengono taciute alla gente, mentre invece si dovrebbero assolutamente sapere e diffondere.
Poi per la modalità di immissione sul mercato di questi vaccini, che è avvenuta in via d’emergenza e soprattutto dopo passaggi nazionali che a mio avviso sono da considerare criminali: nessuna autopsia sui decessi Covid e la non comprensione dei meccanismi e degli effetti a lungo termine dei vaccini, che ad oggi risultano ignoti e che solamente negli anni vedremo.
Per non parlare degli effetti a breve termine che sono ben noti e che quotidianamente sono sotto i nostri occhi. Cito come casi emblematici e recenti Camilla Canepa (la diciottenne ligure morta lo scorso giugno) e il militare Stefano Paternò (venuto a mancare il marzo scorso). Sono due decessi dovuti a cause diverse, ma a seguito del vaccino somministrato (AstraZeneca).
Camilla morta per trombosi cerebrale, mentre nel caso di Paternò è stata vaccinata una persona che aveva già sviluppato gli anticorpi. L’interazione tra vaccino e questi anticorpi ha provocato la tempesta citochinica con insufficienza respiratoria e il decesso.
Quindi secondo lei è più pericoloso farsi il vaccino che contrarre il Covid?
Dico solo questa cosa: chi muore per il vaccino muore con gli stessi sintomi riproducibili anche con l’infezione naturale. Forse due domande dobbiamo farcele. Per AstraZeneca c’è da tener presente anche che essendo un vaccino dichiaratamente OGM, cioè costruito con cellule rese immortali con l’ingegneria genetica, un’eventuale contaminazione della fiala introduce direttamente cellule neoplastiche nell’organismo.
Per di più non si può analizzare il vaccino perché c’è il segreto industriale. Ci rendiamo conto? Abbiamo un segreto industriale che prevale sul diritto delle persone a sapere cosa ci stanno inoculando.
Cosa vuol dire che ci sono le cellule fetali immortalizzate nel vaccino, non è una fake news?
Le cellule fetali immortalizzate sono dichiarate in scheda tecnica. È costruito così. Dobbiamo capire che queste sono cellule che verranno replicate all’infinito. Non è una questione né etica, né morale, né religiosa. È un dato di fatto: sono colture cellulari rese neoplastiche e che alla fine della filiera produttiva del vaccino ovviamente non devono essere presenti nelle fiale che poi vengono somministrate; tuttavia se il grado di purezza del siero non lo puoi vedere a causa del segreto professionale, come fai a sapere cosa viene introdotto nel tuo organismo e a verificare lo stato di purezza?
Ci spieghi meglio.
E’ come la catena di montaggio per produrre il motore di un auto. Per questo motore si è usato (vado di fantasia), perché necessario, del materiale radioattivo; alla fine della filiera produttiva nel motore non ci deve essere tale materiale e, quindi, il motore viene “purificato”, tirando via tutta la parte nociva che c’era sulla linea di costruzione.
Producendo però milioni e milioni di motori per un’improvvisa richiesta di mercato e facendolo in tempi brevissimi, ovviamente la qualità nel controllo diminuisce e può succedere che qualche particella radioattiva passi nel motore, cioè nel prodotto finito.
Stesso meccanismo vale per il vaccino. È stato costruito su linee cellulari immortalizzate che se non vengono eliminate totalmente, chi si vaccina introduce nel proprio organismo cellule che vengono replicate all’infinito e la replicazione all’infinito è tipica della cellula neoplastica, ovvero della cellula tumorale. Questi concetti non sono difficili da capire, ma non sono mai stati affrontati e chi ne parla viene preso per matto. Chi studia medicina non si meraviglia di queste cose, il cittadino medio però non le sa e merita di essere messo a conoscenza
Se i vaccini non sono la soluzione per sconfiggere il covid, quale è la strada da percorrere?
La morte per Covid è dovuta a una disregolata risposta immunitaria dell’organismo quindi il nodo centrale per sconfiggere il virus sta lì. Sta nel cercare una cura, non un vaccino che provoca le stesse reazioni devastanti del virus naturale. Sta nel capire questa reazione disregolata e intervenire, ammesso che si possa intervenire. Il fatto che le autopsie non siano state fatte alle prime morti Covid è stato un errore fatale nella lotta al virus.
Può spiegarci meglio?
Per curare il Covid bisogna capire il Covid, per capire il Covid va considerato che la famosa proteina Spike della quale tutti parlano, presente nel virus naturale, attiva tutta una serie di reazioni che sono pro-infiammatorie e pro coagulanti. E noi stiamo dando un vaccino che stimola la produzione proprio di questa proteina, che nella malattia naturale è la responsabile dei disastri nei vari organi.
Quindi stiamo inoculando il virus praticamente?
No. Noi stiamo inoculando un’informazione, un rna messaggero che induce la cellula a produrre non il virus, ma solo una proteina che è quella che provoca un’infiammazione disseminata nei vasi sanguigni piccoli e medi. E questo è già sufficiente a spiegare decessi dovuti a trombosi e altri come il caso Paternò che citavo prima dove anticorpi già formati, in realtà, anziché proteggere amplificano ulteriormente la risposta infiammatoria.
Questo è fenomeno che è noto sin dal 1977 e che ha impedito la produzione e l’immissione sul mercato di vaccini a rna. Si sa da quasi 40 anni ma l’Aifa lo nega, anche dopo il decesso Paternò.
Perché l’Aifa dovrebbe negare un’evidenza?
Per un motivo molto semplice: non possono rimetterci la faccia, dopo aver impedito le autopsie e parlato per un anno del vaccino come soluzione. Ora non possono negarlo. Ma quante persone devono ancora morire?
Come ultima battuta, parliamo di green pass.
È la nuova tessera fascista, una tessera politica che accerta il tuo allineamento al sistema accettando una vaccinazione che non ha le sufficienti garanzie di sicurezza, per dare un contentino a chi si espone al rischio del vaccino.
*foto presa dal profilo facebook di Barbara Balanzoni