Abbiamo incontrato Padre Natale Brescianini nel corso del V Festival dell’Apprendimento Continuo in corso a Montepulciano, Siena. Monaco benedettino, laureato in teologia, è anche un esperto coach molto richiesto da grandi aziende, avendo frequentato prima il corso presso la scuola Incoaching e poi conseguito un master di Alta formazione Universitaria in coaching.
La tentazione di parlare di politica in questo periodo è irresistibile, le dispiace?
Perché dovrebbe dispiacermi come diceva Paolo VI “la politica è la più alta forma di carità”. Anche se oggi la carità per gran parte dei politici italiani si limita a tappare la buca sotto casa. E per questo la gente si accontenta. E invece politica dovrebbe essere amore per l’altro a prescindere dalla religione professata, dal genere e dalla cultura.
Qual è il peccato più grave che ha riscontrato?
Il peccato più grave consiste nell’idolatria è cioè attribuire caratteristiche divine a oggetti o peggio a persone. Ecco io auguro a tutti di fare il contrario, di fermarsi e di guardare allo spirito. O più semplicemente consiglierei il silenzio o se preferisce la voglia e la capacità di ascoltare.
Lei fa il coach, a chi rivolge la sua attività?
Imprenditori e amministratori locali, semplici persone che sono alla ricerca di domande più profonde rispetto a tematiche puramente organizzative o di marketing. Politici al momento zero.
La visione generale che si ha del monaco benedettino si ricava dal motto “Ora et Labora”, lei quindi prega la mattina e il pomeriggio coltiva l’orto?
Diciamo che abbiamo fatto degli upgrade nella nostra vita monastica, ma l’impianto è quello: Ora et Labora. Ma tengo a precisare che nel nostro motto più dell’ora e del labora è importante quell’et, che tieni insieme queste due dimensioni. E oggi la nostra civiltà, mi riferisco a quella occidentale ha perso la capacità di tenere insieme più cose.
Sul pregare le crediamo sulla parola ma sulla sua esperienza lavorativa cosa ci può dire?
Ho svolto attività lavorativa per due anni presso una piccola aziende del veronese. Nella mia esperienza di impiegato sentivo dire spesso: un conto è la vita, un conto è il lavoro. E lì che mi sono appassionato al mondo della formazione e del coaching che in fondo è semplicemente una persona che si affianca ad un’altra per farla crescere. Una sorta di padre spirituale sì, ma del tutto rivisitato in base ai metodi e linguaggi moderni.
Padre un’ultima domanda. Per chi voterà?
Non lo dico nemmeno al Padre Eterno, anche se mi piacerebbe sapere chi perderà, dal momento che non è mai dato saperlo.