Moltissime piccole e media imprese vivono un momento di grande incertezza e difficoltà tra l’aumento dei costi di produzione e la grave crisi finanziaria in atto. Simona Petrozzi, Presidente di Confcommercio Terziario Donna Roma e Vicepresidente nazionale, affronta il tema del delicato momento imprenditoriale intervistando l’avvocato Salvatore Terribile, esperto in crisi d’impresa, occupandosi di Assistenza giudiziale e stragiudiziale in materia societaria, contrattualistica, gestione del contenzioso e recupero crediti per enti nazionali e internazionali nonché in materia di crisi d’impresa, con particolare riguardo a procedure di liquidazione giudiziale (ex fallimento), concordato preventivo e ristrutturazione del debito e in materia di composizione della crisi da sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012 oggi incorporata nel Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Avvocato Terribile in un contesto così difficile, come può un’azienda riuscire ad affrontare e superare i momenti di crisi?
“La maggior parte delle imprese rimaste nel mercato soffrono e resistono nella speranza di salvare la produttività aziendale ricorrendo alla richiesta di ulteriori finanziamenti e/o ricorrendo all’autofinanziamento anche mediante il rallentamento e/o evitando il pagamento dei propri debiti soprattutto di natura fiscale”.
In questa situazione l’imprenditore, insieme ai propri professionisti, quali strumenti può adottare per la salvaguardia dell’azienda ed evitare così di incorrere nel fallimento, oggi chiamato liquidazione giudiziale?
“Nel nostro ordinamento– sottolinea l’Avvocato Terribile – sono stati aggiornati e introdotti nuovi strumenti utili non solo a far emergere tempestivamente la crisi, ma soprattutto necessari per gestire la crisi e superarla salvaguardando l’azienda. Detti strumenti sono di facile e immediato accesso soprattutto quelli di natura stragiudiziale”.
Avvocato Terribile, alla luce della mia esperienza, non solo come Presidente di un’associazione di categoria ma anche come imprenditrice, so bene che un’azienda deve assolutamente prevenire gli inevitabili momenti di difficoltà. Ma, secondo Lei, quali sono gli strumenti ed adempimenti più adatti a cui può assolvere l’imprenditore per evitare di incorrere in una crisi aziendale?
“Il dovere in capo agli imprenditori di istituire adeguati assetti societari previsto dall’art. 2086 del codice civile, introdotto nell’ambito della riforma dell’intera disciplina del codice della crisi di cui rappresenta il raccordo con il diritto societario, deve essere inteso non solo quale strumento necessario e indispensabile per la rilevazione anticipata della crisi, ma anche quale principio, quindi regola, a cui è necessario conformarsi nella gestione della propria impresa”.
Queste regole imposte dalla legge evidenziano un più facile utilizzo per imprese più grandi e ben strutturate, ma non le sembra che nel breve periodo soprattutto appaiano come un ulteriore peso per le aziende di piccole dimensioni?
“L’obbligo per gli imprenditori di dotarsi di assetti organizzativi, ammnistrativi e contabili adeguati alla natura e alla dimensione delle imprese, ed in particolare l’aggravio dei costi che ne deriva, non è solo un dovere a cui conformarsi, ma, ancor meglio un investimento teso a rafforzare e rendere più efficienti le relazioni e i rapporti con i soggetti che svolgono funzioni di gestione e controllo”.
Quali saranno gli assetti necessari per l’impresa?
“Per ogni impresa bisogna valutare la natura e la dimensione, guardando all’assetto organizzativo, amministrativo e contabile. L‘assetto organizzativo è adeguato se idoneo a perseguire gli obiettivi aziendali prefissati consentendo il rilevamento tempestivo dei segnali di crisi per valutare il cambiamento di strategia aziendale, salvo l’adozione di uno strumento per il superamento della crisi. L’assetto amministrativo è adeguato se consente all’organo amministrativo di prendere le decisioni attraverso l’adozione di processi di pianificazione, programmazione e controllo utili a verificare la sussistenza di equilibrio aziendale. L’assetto contabile è adeguato quando è possibile rilevare immediatamente i fatti di gestione nella contabilità e bilancio, oltre alla individuazione immediata di omissioni e/o errori che necessariamente daranno una non corretta rappresentazione della situazione. Detto obbligo è un’opportunità a cui il mancato adempimento comporta la responsabilità in cui potrebbe incorrere l’organo amministrativo in caso di mancate e/o errate scelte organizzative. L’imprenditore è esposto conseguentemente al risarcimento del danno”.
L’imprenditore – continua la Presidente di Confcommercio Terziario Donna Roma – che si adopera al fine di dotare la società di adeguati assetti organizzativi sembrerebbe quindi conseguire una duplice finalità, la rilevazione tempestiva della crisi e dall’altro lato l’intervento tempestivo per risolvere la stessa.
“Sotto il primo profilo, l’impresa deve essere dotata di assetti interni idonei a far emergere elementi che possono rappresentare indizi di una imminente crisi, così da permettere l’emersione anticipata della stessa. Sotto il secondo profilo, l’imprenditore, preso atto dell’emersione della possibile crisi, ha l’obbligo di accedere agli strumenti di regolazione della crisi al fine d’intraprendere un percorso di risanamento utile alla salvaguardia della continuità aziendale.
Avvocato Terribile, l’art. 12 del codice della crisi dell’impresa e dell’insolvenza offre l’opportunità di una composizione negoziale della crisi per gli imprenditori, in modo da risanare l’azienda anche attraverso trattative con i creditori con il supporto di un esperto nominato dalla Camera di Commercio in cui l’impresa ha sede legale. Ma quali aziende possono accedere alla procedura?
“Tutte le imprese iscritte al Registro delle Imprese, comprese le ditte individuali e le società agricole possono accedere alla procedura. Al fine di perseguire e sfruttare al meglio gli effetti della procedura, è necessario che l’impresa si trovi in uno squilibrio patrimoniale o economica finanziario che rendano probabile la crisi e l’insolvenza. Infatti, in caso di crisi o insolvenza non reversibili la composizione negoziata risulta inadeguata e rappresenta un ulteriore costo per l’imprenditore”.
Quali sono le iniziative necessarie durante la trattativa?
“Al fine sia di una proficua gestione delle trattative, sia per facilitare il buon esito delle stesse, nel corso della procedura è possibile paralizzare temporaneamente tutte le iniziative giudiziarie (azioni esecutive e cautelari) a danno dell’imprenditore. La sospensione degli effetti di dette iniziative giudiziarie dovrà essere disposta dal Tribunale competente. Finalità della procedura è concludere un accordo con i creditori per la salvaguardia della continuità aziendale. In caso di esito negativo delle trattive, l’imprenditore può accedere ad altre procedure finalizzate sia a favorire la continuità aziendale sia alla liquidazione del patrimonio”.
L’auspicio è quindi che le aziende si strutturino ancor prima di dover affrontare una crisi rivolgendosi ai consulenti ed esperti del settore.