Gli ultimi dati dell’Istituto registrano un miglioramento complessivo del clima di fiducia sia per le imprese sia per i consumatori. Con riferimento a questi ultimi, l’indice torna ad aumentare, riportandosi sui livelli di inizio anno. Per quanto riguarda le aziende, il miglioramento è generalizzato a tutti i settori a esclusione della manifattura. Determinante una visione più ottimista dell’economia dopo la rientrata “emergenza infrazione”
Clima di fiducia avanti tutta. Così dicono gli ultimi dati dell’Istat, soprattutto guardando i numeri diffusi in ambito fiducia dei consumatori.
Per questi ultimi, infatti, l’indice di fiducia è tornato ad aumentare, riportandosi sui livelli di inizio anno e passando da 109,8 a 113,4.
Cosa ha determinato questo effetto positivo? Le tabelle dell’Istituto di via Balbo dicono che il recupero dell’indice di fiducia dei consumatori è determinato soprattutto dalla componente economica (il rispettivo clima passa da 121,4 a 129,7) e da quella che riguarda il futuro (l’indice passa da 112,6 a 117,4). Cresce poi anche il clima personale e quello corrente che passano, rispettivamente, da 105,6 a 108,0 e da 107,6 a 111,1.
Gli italiani sono dunque più ottimisti e questo, secondo gli esperti, è la conseguenza della rientrata “emergenza infrazione europea”. Scampato il pericolo, si tira un sospiro di sollievo e si torna a guardare avanti con meno preoccupazione e con un po’ più di ottimismo.
Questo “clima” si estende poi anche al settore delle imprese, in particolare a tutte quelle che sono maggiormente legate ai fattori interni (commercio in primis per capirci!).
Un po’ meno, invece, la positività interna aiuta il settore manifatturiero che all’opposto risente di più degli umori oltre confine, soprattutto di quelli provenienti dalla Germania.
Comunque, per le imprese, il miglioramento è generalizzato in tutti i settori con l’eccezione, come si diceva, della manifattura dove l’indice continua a diminuire, seppure lievemente.
L’Istat evidenzia inoltre un aumento delle attese su ordini e produzione diffuso a tutti i settori.
Passando dalle parole ai numeri, quello che emerge è che l’indice di fiducia del comparto manifatturiero passa da 100,7 a 100,1, mentre nelle costruzioni aumenta da 140,9 a 142,8, nei servizi sale da 98,9 a 100,1 e nel commercio al dettaglio cresce da 105,2 a 109,9.
Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell’industria manifatturiera si rileva un peggioramento solo dei giudizi sugli ordini mentre le attese sulla produzione e i giudizi sulle scorte sono in miglioramento. Nelle costruzioni la dinamica positiva dell’indice è trainata dal deciso recupero dei giudizi sugli ordini.
Con riferimento al settore dei servizi e del commercio al dettaglio, si segnala il miglioramento di tutte le variabili che compongono l’indice di fiducia.
Positivo infine anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 99,3 a 101,2).