Nuovi richiami ai rischi di instabilità in vista del nuovo Governo. E Boccia (Confindustria): reddito di cittadinanza rebus risorse
di LabParlamento
Il conto alla rovescia sull’approvazione del Def, il nuovo documento di politica finanziaria atteso entro il 10 aprile (anche se potrebbe slittare di qualche giorno), al di là delle polemiche sul suo contenuto al quale lavora il Governo dimissionario, si arricchisce a margine, sebbene a giorni alterni, di prese di posizione più o meno allarmate in vista della nascita del nuovo esecutivo. Soprattutto alla luce delle proposte elettorali di quelli che, al momento, sono i maggiori indiziati per la poltrona di Palazzo Chigi ovvero M5S e Lega.
“La Commissione Ue non vuole entrare nel processo democratico italiano o chiedere riforme che siano impopolari” ma “c’è una debolezza della produttività che l’Italia deve affrontare” e “visto il livello di debito elevato, occorre condurre politiche di bilancio responsabili”, ha dichiarato stamane il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici all’Europarlamento.
“L’Italia è la terza economia europea e uno dei Paesi fondatori” dell’UE, e “deve applicare le regole comunitarie che ha contribuito a forgiare” per “ridurre il suo debito elevato che pesa sulle generazioni future”, ha sottolineato ancora Moscovici.
“Restiamo estremamente calmi, prudenti e rispettosi del ritmo democratico italiano”, ha aggiunto il commissario, parlando della potenziale riforma del sistema pensionistico italiano. “Non speculo assolutamente sulle riforme di un futuro governo italiano che non conosciamo nemmeno ancora”, ha detto, rifiutando di “nutrire preoccupazioni polemiche quando siamo ancora allo stadio dell’elezione dei presidenti” di Camera e Senato “e cominciano le discussioni” sulla formazione di una coalizione di governo.
E tuttavia, le principali istituzioni economico-monetarie internazionali continuano a guardare all’Italia con attenzione. Sull’ipotesi di una cancellazione della legge Fornero e l’introduzione di un reddito di cittadinanza, Christine Lagarde, managing director Fmi, in una intervista a Repubblica entra direttamente sul problema della politica economica del nuovo Governo ad eventuale guida M5S-Lega: “Anzitutto: le idee politiche cambiano, nel tempo. E cambiano quando qualcuno arriva al governo e deve prendere decisioni per il proprio paese. Chi governa capisce il rischio di creare instabilità, la necessità di una bussola o che non si possa spendere più di ciò che si incassa. Che le entrate contano quanto le uscite. E questa ‘prova di realtà’ arriva sempre, quando si arriva al potere”.
“Reddito di cittadinanza? Le cifre ci sono ma non si sa dove andranno a prendere le risorse. Sono cose importantissime, ma dobbiamo stare attenti a non sfondare il deficit, perché significa debito pubblico. E andare a chiedere di fare più debito non mi sembra un capolavoro per l’Italia”, dice a sua volta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, presente stamani alla nuova sede Sorgenia di Milano.
Insomma, finora i mercati ci hanno concesso una tregua prolungata. Ma non è chiaro quanto questo possa durare. Specie se le consultazioni al Quirinale andassero per le lunghe. E, nel frattempo, non ci fosse, rapidamente, qualche certezza in più.