Lo dice il rapporto Infosfera dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Solo il 44,54% ritiene che esse abbiano invaso il sistema di informazione e il 21,71% pensa di esserne immune. Ma intanto gli utilizzatori di Facebook sono scesi dal 75,98% del 2016 al 54,40% del 2018
di Valentina Magri
“Il 65,46% degli italiani non sa distinguere una fake news. Percentuale che schizza al 70% per i profili Twitter falsi, al 78,75% per i siti web di bufale, all’82,83% per le pagine Facebook dei siti di notizie false”. Lo afferma il rapporto Infosfera dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, giunto alla sua seconda edizione. Alla redazione dello studio, guidato da Umberto Costantini, docente di Teoria e tecniche delle analisi di mercato ed Eugenio Iorio, docente di Social media marketing, hanno collaborato i ricercatori dell’Associazione Italiana della Comunicazione pubblica e istituzionale, del Centro Studi Democrazie Digitali e della Fondazione Italiani – Organismo di Ricerca.
Gli oltre 1.500 intervistati non sono allarmati dalle fake news: solo il 44,54% ritiene che esse abbiano invaso il sistema di informazione e il 21,71% pensa di esserne immune. Sono ancor meno consapevoli dell’impatto delle fake news sul sistema politico: oltre l’86% pensa che non abbiano condizionato le ultime elezioni politiche e solo il 22,70% ritengono che indeboliscano la democrazia.
Le notizie false sono state evidenziate dai social media, anche se esistono da sempre: quasi l’80% degli intervistati ritiene che esse siano un fenomeno antecedente i social media. Questi ultimi le diffondono facilmente a causa della disintermediazione e della mancanza di filtri informativi autorevoli, secondo il 36,97% degli italiani.
La ricerca testimonia anche il crescente uso di internet in Italia: il 95% utilizza la rete e quasi 1/3 quotidianamente più di 5 ore al giorno e oltre la metà di loro lo utilizza per accedere a Facebook e a portali di informazione. Rispetto a 2 anni fa però, complice anche lo scandalo Cambridge Analytica, gli utilizzatori di Facebook sono scesi dal 75,98% del 2016 al 54,40% del 2018. Il web ha anche cambiato le abitudini degli italiani: oltre il 69% di loro registra e memorizza informazioni tramite lo smartphone.
Internet è inoltre un terreno fertile per la polarizzazione delle opinioni, con il 69,61% degli italiani che non riescono a confrontare più punti di vista. E anche se oltre il 95% ritiene possibile costruire diversi percorsi di conoscenza, solo per il 22,04% è aumentato il livello di conoscenza del mondo. Le discussioni tendenzialmente si svolgono in camere di risonanza dove accedono individui con opinioni simili. Basti pensare che più del 37% degli italiani utilizza come mezzo di informazione amici, parenti e persone intime, che formano reti omofiliache.
Le informazioni propagate da queste reti influenzano il 43,35% degli italiani e in particolare Facebook ne influenza il 25,32%. Anche se il maggiore impatto sulle opinioni degli italiani è esercitato ancora dai programmi tv di approfondimento (45,06%).
“È innegabile che si tratti di dati inquietanti perché in un’infosfera così configurata i cittadini/utenti, sprovvisti dei più elementari strumenti di analisi e di critica della realtà e privi di qualsiasi strumento di difesa, tendono ad avere una visione distorta della realtà, una visione sempre più prossima a quella desiderata dai manipolatori delle loro capacità cognitive”, avverte Eugenio Iorio, coordinatore scientifico della ricerca.