Per LabParlamento il 2018 si conclude dopo alcuni cambiamenti e molti traguardi raggiunti. Raccogliere la sfida dell’analisi e dell’approfondimento nei tempi dei titoli shock non era semplice. Ma ci abbiamo provato.
Vi abbiamo narrato i fatti da un’altra angolazione, non più di raccontando cosa fa il Palazzo ma – invertendo la rotta – raccontando al Palazzo e a chi gli ruota attorno come va l’Italia e il mondo.
Abbiamo ospitato nelle nostre pagine la voce di politici, economisti, accademici, analisti, e giornalisti seguendo due pilastri fondamentali: i fatti e i numeri. Da Cottarelli a Sapelli, da Rinaldi a Bonino, dall’Istat a Svimez, passando per la nostra inchiesta esclusiva su Roma e Milano che ha catturato l’attenzione di altre e più autorevoli testate e i cui risultati sono stati confermati pochi giorni fa dal Sole 24 Ore, LabParlamento ha cercato anche di andare oltre il proprio recinto, aprendo una finestra sempre aggiornata sulla politica estera. L’America, l’Europa, la Brexit come il Medio Oriente sono oggi argomenti privilegiati delle nostre analisi che hanno approfondito il sovranismo e i suoi anticorpi, il terrorismo, le elezioni, le relazioni bilaterali e la politica interna nei principali paesi esteri. Senza dimenticare i nostri focus su privacy, lavoro, statistiche e comunicazione.
Anche la giustizia, argomento scomodo e spesso dimenticato, ha avuto lo spazio che merita di fronte ad un dibattito parlamentare che vede ormai questo settore come una prateria su cui poter intervenire a costo zero. Lo abbiamo detto e scritto assieme ad un mostro sacro del settore, Carlo Nordio, e con l’opinione del mondo della cultura garantista.
Le fake news, poi. Possiamo rivendicare con orgoglio di essere stati, dall’inizio, una sentinella a servizio di un certo tipo di informazione, lasciando ad altri il sensazionalismo da click che sta uccidendo il giornalismo e l’editoria. Ci siamo sottratti volutamente a questo gioco e ne rivendichiamo orgogliosamente il merito.
È da queste premesse che ripartiremo nel 2019, per regalare a Voi lettori, i veri padroni di qualsiasi giornale, altri spunti di riflessione e di ragionamento grazie ad una piccola ma grande redazione che quotidianamente – più per passione che per guadagno – si impegna a rendere questo giornale una nicchia d’eccellenza nel vasto panorama nazionale, nonostante i tempi bui che corrono per l’editoria.
Non beneficiamo di contributi pubblici e non ne chiediamo ai privati: ci unisce una scommessa, in primis quella del nostro Editore, che permette la sopravvivenza di questa realtà e soprattutto la voglia di raccontarvi in modo chiaro e lineare la complessità del quadro politico nazionale ed internazionale.
Buone feste a tutti Voi, cari lettori. E buona lettura.