Il Colle, giunti a questo punto, vorrebbe fare presto ma non sarà semplice
di S.D.C.
Pur scontando la limitatezza del responso elettorale molisano, il compito del Presidente della Repubblica, che ha convocato per le 17.00 di oggi, il presidente della Camera, Roberto Fico, appare sempre più in salita. E c’è attesa per conoscere il perimetro del mandato che sarà affidato all’esponente M5S dopo quello, fallito e concentrato sul possibile esecutivo Cinque Stelle-Centrodestra, tentato dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Finora, le aspettative prevalenti erano per una esplorazione opposta, M5S-centrosinistra, ma la nuova pesante sconfitta di questo schieramento nelle regionali ha fatto subito scattare la molla della forte contrarietà del centrodestra, vittorioso, contro una prova di questo tipo, giudicata del tutto “fuori dal contesto politico”. Inoltre, Matteo Salvini, confermando le offerte di governo a Luigi Di Maio, ha dichiarato apertamente di voler scendere in campo: per farlo, però, chiede qualche giorno in più. Probabilmente, guardando al dopo regionali del Friuli, in programma domenica prossima. Ma per fare cosa? E cosa intende fare, a sua volta, Mattarella?
Il mancato sorpasso di Forza Italia alle regionali molisane, per ora, non aiuta Salvini allo strappo tanto sollecitato da Di Maio. Ma in Friuli la situazione è destinata a mostrarsi almeno per ora, assai più favorevole. Non è ancora chiaro però se il leader della Lega avrà il coraggio di fare quello che finora, a parole, ha sempre negato. Se così però fosse dove troverà i voti mancanti e perché rischiare di bruciarsi? Non si comprende insomma quale sarebbero le nuove carte in mano per sbloccare una situazione che resta bloccata.
E’ questo il quadro che ha davanti il Colle nel mentre continua, nonostante tutto, a seguire il suo rigoroso percorso costituzionale. Mattarella sarebbe infastidito dai tempi e soprattutto dalla qualità del confronto fin qui mostrato dalle parti in causa. Non è detto che “accetti” il “dopo Friuli” richiesto da Salvini in assenza di segnali questa volta certi, basati su numeri altrettanto blindati, per costruire una coalizione governativa. Ma intanto come si muoverà Fico? E si torna al punto di partenza ovvero al mandato da affidare al presidente della Camera. Limitato o più ampio, così da poter rimettere in gioco quanti finora hanno mostrato soltanto un valzer di ripetuti, estenuanti, inutili, posizionamenti enfattizati dai veti incrociati?
Un fatto è certo. Questa settimana del” ponte” della Liberazione del 25 aprile, malgrado il sole ed il clima quasi vacanziero, vedrà grande fervore nei Palazzi della politica. Dietro l’angolo, in caso di ulteriori fallimenti, sempre più manifesto nei suoi contorni, temuto quanto criticato, il governo del Presidente. Un anno per gestire un po’ di cose (leggi politica economica e relative scadenze), metterne al posto altre (a cominciare dalla legge elettorale), e poi al voto assieme alle elezioni europee di maggio 2019.