Dopo un linciaggio in India provocato da una mega fake news diventata virale grazie alla possibilità di inoltro a 250 persone per volta Whatsapp riduce e disincentiva la maxi-condivisione automatica con alcuni espedienti
di LabParlamento
Non solo Facebook, dunque. Anche Whatsapp, il servizio di messaggeria istantanea di proprietà di Mark Zuckerberg, ormai uno dei canali principali di diffusione di notizie, ha deciso di dichiarare guerra alle fake-news.
Dopo i recenti scandali e le proteste degli utenti, ormai raggiunti quotidianamente da un diluvio di messaggi che, fino ad ora, era possibile inoltrare sino a 250 persone è arrivato un significativo stop: da ora sarà possibile l’inoltro automatico sino a 20 contatti, ridotti a 5 in India, dove a causa di una mega fake-news propagatasi in modo virale su Whatsapp si è arrivati addirittura al linciaggio di 18 persone che dopo una catena virale su Whatsapp hanno aggredito e ucciso un presunto rapitore seriale di minorenni. Per questo il colosso della Silicon Valley ha deciso di dire basta.
Da qualche giorno, infatti, i più attenti avranno notato come sotto il nome dell’utente che “gira” un messaggio, una foto o un documento appaia ora l’etichetta “inoltrato”: un piccolo espediente per segnalare come chi invia il messaggio non sia, in realtà, l’autore dello stesso. Per questo, in un comunicato nel sito del colosso di Menlo Park si annuncia anche lo stop al pulsante accanto al testo che permette una più rapida condivisione dei messaggi. A quanto pare, per inoltrare il messaggio, bisognerà ora “tornare all’antico”, tenendo premuto sul testo o sull’immagine e scegliere quindi “inoltra” tra le varie funzioni.
Non solo. Per ora limitata ai soli clienti Android arriva anche la possibilità di segnalare un link sospetto quando questo contenga caratteri anomali. Sarà lo stesso programma a segnalare, con una etichetta rossa, il rischio.
Prosegue così, con effetti ancora tutti da verificare, la guerra del maxi gruppo Facebook-Whatsapp-Instagram alle fake news, una piaga planetaria dalla quale la normativa vigente, nazionale ed internazionale non è riuscita a porre rimedio.