A cura di Paolo Carpino
Presentata a Roma, al Palazzo dei Congressi nel quartiere Eur, la Guida del Gambero Rosso “Vini d’Italia 2023”. Gli ormai famosi Tre Bicchieri, ovvero il Premio Oscar annuale del vino, si ottengono con un punteggio massimo quando la qualità di un’etichetta diventa un’eccellenza: per il territorio, per le caratteristiche organolettiche e per il lavoro certosino di molti viticoltori. Un vero e proprio annuario da ben 36 anni; n questa edizione sono stati meritevoli circa 2000 vini.
Dalle selezioni risulta una predominanza del Nord Italia, in particolare il Piemonte con addirittura 67 aziende premiate con i Tre Bicchieri. A seguire ci sono il Veneto con 39 bottiglie gratificate e la Lombardia con 29 etichette. Sono ben 23 le aziende friulane premiate ed addirittura 34 quelle provenienti dal Trentino-Alto Adige, regione sempre ben ripagata, nonostante sorgano in un territorio limitato. In Valle d’Aosta sono 6 le segnalazioni, mentre sono 13 quelle dell’Emilia-Romagna. La Toscana con 88 aziende riesce da sola a compensare lo strapotere del Nord, differenziandosi dal resto d’Italia.
Se lo stivale finisse qui, si potrebbe fare un pensiero positivo. Ma non è così, c’è un considerevole gap con il resto del Paese. Riconoscendo i grandi passi avanti del Centro, le Marche vengono ripagate con 22 segnalazioni, affiancate dall’Umbria con 15. Passando al meridione, vengono dati 20 riconoscimenti alla Campania che si conferma in crescita rispetto alle passate edizioni. In sintonia con la Puglia che ha ricevuto ben 24 premi. Anche la Sicilia si distingue con 22 aziende vinicole. La Sardegna ha 14 proposte con i Tre Bicchieri, 5 la Basilicata e solo 1 il Molise.
Quest’anno ci sono anche 2 vincitori della Slovenia che rappresentano una nuova realtà del mercato. Da segnalare una particolare attenzione alle aziende vinicole che rispettano l’ambiente, sia per le tecniche utilizzate e sia per la vite enologica ecosostenibile.
A livello nazionale nelle regioni del Nord si segnalano 40 cantine virtuose, mentre per il Centro Italia sono 30, escludendo la Toscana che da sola ne ha addirittura 33. Il Sud si difende, con ben 32. Pertanto, spicca la salvaguardia anche dell’ambiente, ed anche il Sud Italia conta buoni numeri di crescita. Manca il Lazio, ovvero la “nota dolente” di una regione tanto popolata quanto carente.
Sono solo 7 i premiati con i Tre Bicchieri. Tutte imprese valide e ben strutturate le cantine premiate della tradizione laziale; non mancano aziende come Mottura, San Giovenale, e la Tenuta di Forano. A questi non sono da meno le Antiche Cantine Migliaccio, Poggio Le Volpi, Famiglia Cottarella-Falesco, Castel De Paolis e Casale del Giglio, quest’ultima per numeri e produzione, tiene testa anche fuori dalla regione.
Ma non basta. Il modus operandi e di comunicazione delle aziende vinicole laziali per fare i numeri; i vari consorzi, le doc e le docg di Frascati, di Olevano Romano, passando dalla Tuscia fino all’Agro Pontino e l’Isola di Ponza sono tutti territori con ampie potenzialità, non abbastanza valorizzate anche a livello commerciale e soprattutto senza una visione d’insieme che potrebbe collocare la Regione Lazio a migliori livelli qualitativi della produzione di vino.
Si continua, invece, sulla quantità, e sulle divisioni campanilistiche delle varie province, e comuni. Fino ad oggi la maggior parte dei romani e degli abitanti del Lazio, aldilà di piccole realtà locali che fanno eccezione, consumano costantemente vini troppo spesso acquistati nella grande distribuzione, senza interessarsi della scelta qualitativa, del territorio e delle filiere, cosa che in quasi tutte le altre regioni avviene. Si dice che l’unione fa la forza…
Ai produttori laziali, per diventare forti, manca un programma concreto, qualificato e cambiare prospettiva: la recessione avanza inesorabilmente, insieme al cambiamento climatico, di tempo non ne rimane molto. Ma auspichiamo per il prossimo anno di leggere nella guida dei Tre Bicchieri almeno il doppio dei vini premiati in questa edizione.