L’equilibrio dei conti deve essere difeso da polemiche e tentazioni elettorali. Governo e parlamentari dimostrino senso di responsabilità
Con il Consiglio dei Ministri del 15 ottobre, il Governo ha varato i contenuti della Legge di Bilancio 2017, dando avvio al processo che innescherà la sessione di bilancio parlamentare, che quest’anno dovrebbe partire (secondo la consueta alternanza tra le due Camere) da Montecitorio. Il valore complessivo della manovra si attesterà sui 27 miliardi di euro, nel cui computo rientra un ampio arco di misure dirette, nelle intenzioni dell’Esecutivo, a garantire una crescita del Pil pari all’1% e a favorire una più solida ripresa dei consumi e della produzione industriale. Tra i punti principali della manovra (della quale non è ancora presente un testo definitivo) rientrano l’abolizione di Equitalia, il ritorno della voluntary disclosure in favore dei capitali detenuti all’estero, l’estensione della fascia di pensionati che riceveranno la quattordicesima, la definizione di una strategia a sostegno della competitività delle imprese, l’aumento del finanziamento al Servizio Sanitario Nazionale, l’eliminazione dell’Irpef agricola e la conferma fino al 2021 degli incentivi fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia nei condomini.
Com’era prevedibile, le reazioni dei partiti di opposizione al primo via libera alla Legge di Bilancio sono state caratterizzate dall’uso dell’espressione “mance elettorali” per definire le scelte del Governo, sospettate dalle minoranze di avere come unico scopo la conquista di consensi in vista del referendum costituzionale in programma il 4 dicembre. Meno attesi, al contrario, sono giunti i primi commenti informali al testo da parte della Commissione europea, che avrebbe accolto con contrarietà la decisione dell’Esecutivo italiano di fissare al 2,3% il rapporto Deficit/Pil per il 2017, poiché questa cifra non corrisponderebbe a quanto concordato nelle scorse settimane da Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi. A tal riguardo, non sono mancati nelle ultime 48 ore retroscena che vedrebbero addirittura la nuova manovra bocciata dalla Commissione Ue nella fase di esame preliminare del testo, con conseguente apertura di una procedura d’infrazione comunitaria nei confronti dell’Italia.
In un contesto in cui gli effetti della crisi economica continuano a colpire ampie fasce di cittadini e il diffondersi di posizioni politiche “antisistema” non sembra attenuarsi, è stata avventata la scelta governativa di fissare in piena sessione di bilancio la data di svolgimento di un referendum al quale è stata impropriamente attribuita, sia dal premier che dai suoi oppositori, la valenza di “Giudizio Universale” sul futuro del Paese. Non potendo ormai evitarsi questa sovrapposizione, è però essenziale che da ora in avanti tutti i soggetti coinvolti nell’iter di approvazione della Legge di Bilancio dimostrino di possedere senso di responsabilità, tenendo al riparo il più importante provvedimento economico da contese tipiche delle campagne elettorali e da sterili prove di forza in Europa. Come la Costituzione, anche la salute dei conti italiani ha un’importanza superiore al destino del premier e dei vari leader di minoranza, e dovrebbe essere interesse di tutto il mondo politico-istituzionale lavorare per un 2017 economicamente migliore degli ultimi anni.