Con la pubblicazione del DL parte l’iter di conversione. Ma la vera battaglia si giocherà a ottobre
A distanza di circa due settimane dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri, arrivata nella riunione dell’11 aprile, la cosiddetta “manovrina” arriva in Gazzetta Ufficiale.
Il testo del Decreto Legge 50/2017, recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo“, ha trovato infatti spazio sulla Gazzetta di lunedì 24 aprile, dopo aver ricevuto quello stesso giorno il via libera definitivo da parte del Presidente della Repubblica.
Il DL si compone di 67 articoli e un Allegato (quattro i Titoli: Disposizioni urgenti in materia di finanza pubblica; Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali; Ulteriori interventi in favore delle zone terremotate; Misure urgenti per il rilancio economico e sociale) mediante i quali il Governo attua la correzione strutturale dei conti pubblici da 3,4 miliardi di euro per il 2017 richiesta dalla Commissione Ue, anticipando tuttavia alcune delle scelte strutturali che arriveranno con la Legge di Bilancio del prossimo ottobre (in primis, il rispetto delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva nel 2018).
Nel testo finale del maxi-decreto spunta infatti una norma ad hoc (probabile motivo del ritardo della pubblicazione del testo), che riscrive la clausola di salvaguardia che scatterebbe, in assenza di misure alternative, alleggerendo il conto grazie a 5 miliardi che la manovra porta in dote per il prossimo anno come ulteriore correzione strutturale. I 5 miliardi, in pratica, vengono già impiegati per rimodulare gli aumenti dell’aliquota ordinaria (che passerebbe dal 22% al 25% nel 2018 per poi aumentare solo dello 0,4% e non più dello 0,9% l’anno successivo) e per dimezzare l’incremento dell’aliquota agevolata al 10%, che ora si prevede salire solo di un punto e mezzo, all’11,5% anziché al 13%.
Naturalmente, resterà da vedere con quali misure, e per quale entità, il Governo sostituirà poi i 14,7 miliardi di rincari rimasti (la salvaguardia valeva in origine 19,7 miliardi sul 2018) con la prossima Legge di Stabilità o provvedimenti collegati.
A un esame sommario del Decreto, la voce più consistente dal lato delle maggiori entrate è rappresentata dalla lotta all’evasione Iva (misure per un valore di oltre 2,1 miliardi), mentre 460 milioni verranno garantiti da tagli alla spesa pubblica ministeriale. Com’era nelle previsioni, la manovrina porta con sé gli aumenti delle accise su giochi e tabacchi, e una stretta su affitti brevi (sul modello di Airbnb) e mancati pagamenti dei mezzi pubblici. Tra le altre norme, confermata la definizione agevolata delle controversie tributarie, la disposizione sui premi di produttività ed il sostegno alle Pmi. Come pure quelle per la fusione Anas-Ferrovie.
Il Decreto Legge, entrato in vigore al momento della sua pubblicazione, dovrà ora essere convertito dalle Camere entro 60 giorni. Sarà da vedere se durante l’iter del provvedimento riemergeranno le tensioni interne alla maggioranza, tenendo conto che la vera battaglia sulle strategie economiche (in vista delle elezioni) si giocherà in autunno.