La Bce ha aumentato i tassi di 50 punti base e non esclude “aumenti dei tassi al ritmo di 50 punti base per un periodo di tempo”, per contrastare l’inflazione. La presidente Lagarde ha inoltre osservato che i mercati non considerano a sufficienza i rialzi dei tassi necessari per riportare l’inflazione al 2% in modo tempestivo.
A seguito del rialzo dei tassi approvato il 15 dicembre dalla BCE, Fabio Femiani, responsabile della divisione mutui di Idealista per l’Italia, spiega che “il vero impatto di questo rialzo di 50 punti base si vedrà nell’andamento dell’Euribor, soprattutto per gli indici a 1 e 3 mesi (i più utilizzati dalle Banche) che nelle ultime settimane si sono aggirati rispettivamente intorno ad area 1,5-1,7% e area 1,9-2%.
Bisognerà valutare se questo rialzo dei tassi metterà le ali all’Euribor e avvierà un altro marcato movimento al rialzo per arrivare nell’intorno del 2% per l’indice a 1 mese e 2,5% nel caso dell’Euribor a 3 mesi. La reazione dei tassi, ovviamente, va sempre letta a braccetto con l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo: anche se è vero che l’inflazione è in calo, i livelli attuali permangono ancora ben al di sopra del target e non sembra esserci alcun indicatore che garantisca che nel 2023 saremo vicini al 2%, quindi è prevedibile che i tassi si manterranno come minimo ai livelli attuali o addirittura continueranno a salire.
Secondo uno scenario illustrato dal Codacons, riportato da Money.it, “considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125 mila e i 150 mila euro la rata mensile è salita a ottobre tra i 40 e i 50 euro per effetto del nuovo aumento dei tassi deciso dalla Bce. Se però si contano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile aumenta complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno”.
Alla luce di questa situazione, già da qualche settimana, Idealista ha osservato che in atto un aumento delle richieste di surroga. Coloro che hanno un “vecchio” mutuo a tasso variabile stanno chiedendo di regolare il proprio finanziamento a tasso fisso o misto, per limitare l’impatto dei recenti – e probabilmente ancora futuri – rialzi dei tassi.
Secondo Bankitalia a ottobre i tassi sui nuovi mutui sono già saliti al 3,23%. Il nuovo aumento dei tassi della Bce di 50 punti base produrrà nei prossimi mesi un aumento delle rate dei mutui variabili, con rincari di quasi 35 euro al mese per un finanziamento medio e un aggravio che sale a circa 180 euro dall’inizio dell’anno (+39%).