Finanziamento rinnovabili e corridoio di liquidità. E si conferma l’assenza dell’upstream
A circa un mese dall’audizione parlamentare congiunta dei ministri Galletti e Calenda, è stato presentato il documento finale della Strategia energetica nazionale (SEN) e si è aperta la consultazione. Documento che, in maniera articolata e assai compiuta, dettaglia quanto venne a suo tempo presentato e conferma, purtroppo, la totale assenza di qualsiasi riferimento al potenziale delle riserve di idrocarburi del nostro Paese e ad azioni per un suo sfruttamento consapevole e sostenibile che, a mio avviso, assurge ancor più a rilevanza in un contesto di scenario per la transizione energetica avente per obiettivo il totale abbandono dell’uso degli idrocarburi. Ciò, nel nostro caso, implicherebbe pertanto che questi sarebbero destinati a rimanere lì, nel nostro sottosuolo.
Ma quale potrebbe essere la lettura della SEN dalla prospettiva di un consumatore, una famiglia o una PMI? Alzando lo sguardo all’orizzonte medio-lungo, il consumatore si vede coinvolto in una visione matura, attiva dove potrà governare efficacemente la propria domanda di energia, avrà diversi strumenti di controllo e conoscenza dei profili di consumo, beneficerà di politiche attraenti per rendere la propria abitazione energeticamente efficiente sia nella sua struttura che nelle apparecchiature di raffrescamento e riscaldamento. Vivrà in città meno congestionate e molto meno inquinate con meno veicoli privati in circolazione e comunque con una mobilità caratterizzata da poco uso di idrocarburi per il crescente ruolo dell’auto elettrica.
Se questa è la visione prospettica apparentemente rosea, molto meno definiti in termini di impatto ma sicuri in termini di segno, sono le conseguenze di alcune misure indicate per tutelare e promuovere la competitività delle imprese maggiormente energivore:
- La riduzione del finanziamento del costo sostenuto da dette imprese per le fonti rinnovabili: questo verrebbe reso funzione del Valore Aggiunto Lordo (VAL), il che apre a un nuovo riequilibrio distributivo tra classi di consumatori ovvero tra esentati e non, con i primi che dovrebbero a nostro avviso dimostrare di saper tenere in conto il valore sociale e industriale di questa esenzione a loro riservata attraverso un concreto impegno nell’uso razionale dell’energia e misure di efficienza energetica applicate ai loro processi.
- Il corridoio della liquidità: questa misura mira ad annullare il differenziale di prezzo tra i mercati del nord Europa ed italiano, segnatamente tra il TTF ed il PSV. Per farlo ipotizza un ruolo del TSO, o di altro soggetto regolato, che acquisterebbe la capacità di trasporto sul Transitgas con entry point Passo Gries (si rileva comunque che la SEN non esclude l’ampliamento ad altre rotte da Nord come quella con entry point Tarvisio) per offrirla successivamente sul mercato italiano con aste a breve termine. La stima indicata dalla SEN è di un vantaggio annuo tra € 100 e 600 milioni: indica vantaggio come di sistema e non per i soli energivori. Qui oltre a rilevare l’ampia differenza tra valore minimo e massimo, non si riesce a capire come possa essere un vantaggio di sistema a meno che si ipotizzi che il ricavato delle aste a breve termine gestite dal TSO sia sempre superiore al costo dallo stesso sostenuto. Stime di alcuni mesi fa di REF, confermate da analisi di alcuni operatori sembrerebbero indicare invece un costo sicuro per il consumatore finale, attraverso un aggravio della componente tariffaria QT. Gli scenari di mercato più recenti conforterebbero questa lettura pessimistica, per il mutato valore del differenziale TTF-PSV.
Sarebbe stata di maggiore conforto un’analisi di impatto economico e regolatorio (anche per capire la compatibilità di questa misura con la regolazione europea) che aiutasse a fugare i dubbi circa l’aggravio sulle bollette delle due misure. Vedremo durante il processo di consultazione della SEN se le realtà associative dei consumatori condivideranno i dubbi qui sinteticamente rappresentati.