Quanti si riconoscono nelle parole di Robert Walser: “cominciai a leggere perché la vita mi diceva no; la lettura invece aveva la bontà di dire si…”. Quanti sono i bibliofili e spesso bibliomani? Tantissimi.
I primi amano i libri, i secondi ne sono posseduti. Nel “Dizionario del Bibliomane” di Castronuovo è facile ritrovarsi pagina dopo pagina, in una lettura che diventata un confessionale. Amo i libri, sono un po’ bibliofila e un po’ bibliomane, un percorso patologico iniziato da giovanissima quando spesi metà del mio primo stipendio in “prime edizioni”, senza provare alcun pentimento.
Bibliolatria, Bibliofilia Bibliomania, Bibliotafia, Bibliorrea, Bibliocleptomania, Bibliofagia (ma solo con carta “Perganimo”, l’altra è indigesta), sono alcune delle perversioni legate ai libri. Il Bibliofilo spesso è inconsapevole del suo stato e si stupisce quando gli viene chiesto: “ma li hai letti tutti?” La risposta dovrebbe essere “Ne ho letti molti di più”, come disse ironicamente in un’intervista, il Professore Tommaso Romano, nella sua casa-museo a Palermo dove conserva 15.000 libri, diversi epistolari e un’emeroteca. Luogo che amo.
Se dovessi pensare ad autentici momenti di estasi, sono quelli in biblioteche private o famigliari. La mia “prima” fu al Villino Caruso Valenti a Palermo, dove la Baronessa Valenti, conservava in ambienti “Liberty” autentiche meraviglie. Altro luogo particolare, che fa parte della Chiesa Nazionale di Spagna a Roma, è la Biblioteca di Monserrat in Via Giulia. In questo edificio, che ho visitato per motivi di studio, sono conservati preziosi volumi sulla Storia Ecclesiastica e non solo. Grazie all’amicizia con il Bibliotecario Pietro, ho avuto modo di respirare da addetto ai lavori una biblioteca. Esperienza unica. Lì ho appreso che “i libri non mai vanno contati per scaramanzia”, bisogna conoscerne il numero approssimativo, o quello del bibliotecario precedente.
Ho scoperto quale fosse il volume preferito, ogni bibliotecario ne ha uno. Per Pietro uno dei libri più “divertenti” era una biografia, in catalano, sul figlio del Papa Borgia. Il Valentino è descritto come un illuminato, le cui disgrazie o i suoi discutibili comportamenti, furono imputati alla natura degli italiani: licenziosi, bugiardi, infidi, e violenti.
Tra questi viaggi nella patologia non posso dimenticare Pino Misseri che in un paesino vicino Monreale in Sicilia, ha fatto costruire alcuni bunker dove conserva circa 25.000 libri. Chiaramente come ogni maniaco ricorda la collocazione a memoria senza alcun strumento tecnologico. Inevitabile cedere in questi luoghi alla cleptomania, diciamo pure furto. Confesso di aver rubato una sola volta, in una casa. Atto di cui non mi pento, ma mi punisco: il libro è sempre visibile nello scaffale ma non lo leggo e non lo sfoglio.
Al piacere di andare per biblioteche si accompagna il gusto per la caccia. Nel “Dizionario” sono fornite alcune linee guida: abbigliamento informale, meglio se dimesso, il libraio può far lievitare il prezzo dopo un attento esame del compratore; non parlare mai di libri “chi vende è una spugna registra tutto”, mostrare disinteresse verso il libro “adocchiato”.
Strategie fondamentali se si va per bancarelle, negozi o librerie dell’usato, e Roma in questo caso è un terreno di caccia invidiabile. Una delle più famose della Capitale è la “Bancarella del Professore”; tra le librerie una tra le più recensite è la “Simon Tanner”, con numerose prime edizioni, 3 piani di delizie. Importanti anche i negozi dell’usato, il mio preferito è a Tagliacozzo, ad un’ora da Roma, dove ogni tanto arrivano libri molto interessanti, frutto di sgomberi di case e ville.
Tra le domande da porre a chi colleziona, c’è quella su come disporre i libri: alcuni lo fanno per data, per ordine alfabetico (titolo o autore), persino altezza o colore (il biblioarredo); la più amata dal bibliofilo è per argomento. Questa scelta però risente dei gusti, studi e curiosità personali e può diventare un autentico labirinto, dove perdersi.
Altra domanda frequente è su che “fine” faranno i libri. Pensiero che affligge ogni maniaco, conscio che gli eredi se ne sbarazzeranno in fretta. Così si studiano strategie di mutuo soccorso tra malati: “Chi di noi se ne andrà per primo si prenderà i libri dell’altro”, un semplice procrastinare un inevitabile evento. Rassegnato a questo destino, il bibliofilo/bibliomane vi dirà che due sono le cose per cui prova orrore e terrore: Chi non possiede alcun libro, e l’Abibliofobia, rimanerne senza.