Affermato il diritto di accedere liberamente alla Rete senza boicottaggi o rallentamenti. Sullo sfondo il caso Wind Tre
È arrivato alla Commissione 8 del Senato (Lavori pubblici, Comunicazioni) il Disegno di legge Quintarelli sulla fornitura di servizi Internet. A luglio 2016 il provvedimento è stato approvato dalla Camera e ora è in corso d’esame, appunto, presso la Commissione presieduta dal senatore Altero Matteoli.
Tra i vari temi affrontati dalla proposta, spicca quello della net neutrality, il principio giuridico che sancisce il diritto di accedere liberamente ai servizi della Rete senza che i providers ne boicottino alcuni contenuti per favorirne altri.
Un argomento sentito in tutto il globo, dagli Stati Uniti – dove si vocifera che Trump la voglia mettere in discussione – all’Italia, dove nei giorni scorsi l’Agcom ha diffidato Wind Tre per una formula discriminante nei confronti della concorrenza. Al centro della disputa un app musicale e una di messaggistica, entrambe di Wind, che funzionano senza consumare giga. Secondo l’Autorità garante, quest’ impostazione andrebbe a danneggiare altre piattaforme (come Spotify o WhatsApp), ma soprattutto il principio di net neutrality.
L’affare-Wind è emblematico e racconta il tempismo di un’iniziativa parlamentare che cerca di far stare il legislatore al passo con i tempi del digitale.
All’interno della proposta relazionata in Commissione dall’ingegnere – e senatore Pd – Salvatore Margiotta, è l’articolo 3 a ospitare la tutela della neutralità della Rete.
Nel comma 1 si vieta ai fornitori di reti di ostacolare o rallentare la fruizione di app o servizi se non “per brevi periodi” al fine di limitare la congestione del traffico. Un’eccezione che si applica anche quando c’è da “preservare l’integrità e la sicurezza della Rete”.
Capitolo servizi premium: il comma 2 consente la “prioritarizzazione di classi di traffico nella rete di accesso per soddisfare una richiesta dell’utente riguardante il proprio segmento di rete di accesso”. Tutto ciò, a patto che l’offerta di Internet rimanga invariata e separata rispetto a eventuali canali privilegiati.
Sullo sfondo la convinzione che providers e operatori non possano influenzare le decisioni del consumatore. Scelte che potrebbero essere distorte, minando i princìpi della libera concorrenza.