Tra i tanti record negativi che Roma Capitale detiene vi è certamente quello dei mezzi pubblici obsoleti, mal funzionanti e, come nel caso delle Metropolitane di Roma, spesso inaccessibili. Nonostante negli ultimi quindici anni a guidare il Campidoglio siano stati i rappresentanti di tutto l’arco costituzionale e nonostante alla guida delle aziende del Tpl siano stati chiamati fiori di professionisti, pagati con fiori di migliaia di euro da parte dei cittadini romani, ad oggi la situazione è ferma.
A certificare la situazione e ‘tirare le orecchie’ al sindaco Roberto Gualtieri c’ha pensato l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA) con un comunicato al fulmicotone che delinea, numeri alla mano, il quadro desolante delle metropolitane di Roma:
“In merito a quanto apparso sulle cronache romane di alcuni quotidiani in merito agli impianti di traslazione (ascensori e scale mobili) fuori servizio nelle stazioni della metropolitana di Roma, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali chiarisce che solo 17 impianti sono attualmente pronti per il collaudo da parte di Ansfisa: 8 nelle stazioni della linea A, 2 nelle stazioni della linea B1-B e 7 nella stazioni della ferrovia Roma-Lido. Le visite dell’Unità Operativa Territoriale di Roma della stessa Agenzia verranno effettuate nei prossimi 10 giorni lavorativi”.
“Gli altri 101 impianti risultano invece bloccati per diverse cause tecniche: l’assenza di idonea manutenzione da parte di Atac, la presenza di prescrizioni a tutela della sicurezza da parte dell’organo vigilante oppure la mancata richiesta di visite e prove da parte del gestore nei confronti della stessa Ansfisa”.
“In particolare, l’Agenzia sottolinea come le prescrizioni già impartite da tempo al gestore Atac sono relative alla sostituzione integrale di componenti di sicurezza come il sistema di frenatura di emergenza (paracadute e dispositivo contro l’eccesso di velocità) e altri primari componenti dei sistemi di sicurezza. Si tratta di prescrizioni che se non ottemperate rendono assolutamente impossibile l’esercizio pubblico degli impianti stessi”.