Legge sul whistleblowing, decreto Sblocca-cantieri e i casi di imprese raggiunte da interdittive antimafia. Ecco i numeri dell’ultima relazione dell’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone
Eccezionale successo della legge sul whistleblowing, dubbi sul decreto Sblocca-cantieri e timori per l’aumento dei casi di imprese raggiunte da interdittive antimafia.
Ecco in due righe il contenuto della relazione dell’Anac, presentata, per l’ultima volta, il 6 giugno scorsoda Raffaele Cantone, Presidente in uscita dell’Autorità.
Le oltre trecento pagine di relazione hanno evidenziato alcuni numeri positivi rispetto alle segnalazioni da parte dei whistleblowing (cioè i dipendenti pubblici che intende segnalare illeciti di interesse generale e non di interesse individuale, di cui siano venuti a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, in base a quanto previsto dall’art. 54 bis del d.lgs. n. 165/2001, modificato dalla legge 30 novembre 2017, n. 179).
Nel 2015 erano 125 le segnalazioni, 183 nel 2016, 384 nel 2017 e addirittura 783 nel 2018.
Il dato dell’ultimo anno risente probabilmente dell’entrata in funzione della piattaforma informatica che consente la compilazione, l’invio e la ricezione delle segnalazioni stesse in forma riservata.
Interessante la distribuzione territoriale delle segnalazioni: il 42% sono arrivate da regioni del sud, il 32% da quelle del nord e il 23% dal centro.
Alcune (il 3%) sono non classificate, 16 sono invece quelle trasmesse, per competenza, alla procura, e 10 quelle indirizzate alla Corte dei Conti.
Sfogliando la relazione si vede anche che il 37,12% delle segnalazioni si riferisce a Regioni ed enti locali, il 16,96% ad amministrazioni ed enti pubblici in generale, il 14,8% ad aziende sanitarie e ospedaliere, il 13,14% ad istituzioni scolastiche, di formazione e ricerca, il 9,44% a società a capitale pubblico o pubblico-privato, l’1,53% a società private.
Tra le tipologie d’abuso, invece, la voce “corruzione, cattiva amministrazione, abuso di potere” (19,84%) prevale su “appalti illegittimi” (17,72%), “adozione di misure discriminatorie da parte dell’amministrazione o dell’ente” (15,34%), “concorsi illegittimi” (12,57%), “incarichi e nomine illegittime” (10,98%), “mancata attuazione della disciplina anti-corruzione” (8,47%), “cattiva gestione delle risorse pubbliche e danno erariale” (7,94%), “conflitto di interessi” (5,56%).
Uno dei punti più delicati del report è però quello relativo al serio aumento dei provvedimenti di commissariamento delle imprese raggiunte da interdittiva antimafia. Negli ultimi quattro anni le prefetture hanno infatti emesso 1.922 interdittive antimafia: 366 nel 2015, 411 nel 2016, 572 nel 2017 e 573 l’anno scorso, il 56,5% in più rispetto al 2015.
“Un numero preoccupante – lo ha definito Cantone – sintomatico di quanto le organizzazioni criminali stiano infiltrando l’economia legale”.
Approfondendo il punto, il vertice dell’ANAC ha spiegato che si tratta di un “istituto di competenza del solo prefetto e sul quale comunque l’autorità viene sempre sentita”. Inoltre, ha precisato meglio l’ex pm, “le aziende interdette vengono immediatamente segnalate all’autorità ai fini dell’annotazione nel casellario”.
Un passaggio dell’intervento di Cantone è stato poi dedicato al decreto sblocca – cantieri che, come noto, non riscuote le simpatie delle opposizioni in Parlamento.
Il provvedimento invece non è parso così negativo al relatore: “pur incidendo anche sui poteri dell’Autorità “non è criticabile”, è stato detto.
Non solo. È “il giudizio complessivo sull’impianto che resta sospeso” ha chiarito Cantone “anche in attesa che si completi l’iter legislativo della conversione e soprattutto dell’approvazione della legge delega”.
L’importante, è stato detto in conclusione, è che “il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti che finiscono per disorientare gli operatori economici e i funzionari amministrativi”.