L’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, avverte oggi che molti apolidi in tutto il mondo rischiano di non essere vaccinati contro il Covid-19 in quanto privi di cittadinanza o di una prova di identità.
“Sappiamo che in tutto il mondo ci sono milioni di apolidi che non hanno la nazionalità di alcuno stato. Questo ha un impatto estremamente dannoso sui loro diritti umani fondamentali, e ora potrebbero anche essere esclusi dall’accesso alle vaccinazioni salvavita”, ha detto Gillian Triggs, Assistente Alto Commissario per la protezione dell’UNHCR.
Nel suo ultimo rapporto The Impact of Covid-19 on Stateless Populations, l’Agenzia ONU nota che la maggior parte dei piani di immunizzazione nazionali non fornisce chiarezza sulla copertura degli apolidi.
L’UNHCR avverte che molte persone prive di nazionalità o documenti d’identità saranno esclusi dalla vaccinazione, a meno che gli Stati non facciano sforzi particolari per identificarli e si facciano carico delle specificità che li riguardano. Il nuovo rapporto fornisce raccomandazioni ed esempi di buone prassi adottate dagli Stati, compresa l’accettazione di forme alternative di prova dell’identità di una persona.
“Nell’interesse di proteggere la vita delle persone e garantire la salute pubblica, i piani nazionali di vaccinazione devono essere attuati nel modo più inclusivo possibile. Dato che molti apolidi affrontano già un’esclusione ed un’emarginazione diffuse, è necessario affrontate le barriere di accesso alla vaccinazione e la situazione degli apolidi merita una considerazione attenta”, ha detto Triggs.
Dall’inizio della pandemia, molti apolidi continuano a incontrare difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi sociali. Molti potrebbero temere di farsi avanti per test o trattamenti a causa della loro mancanza di status legale, che potrebbe metterli a rischio di detenzione o deportazione. Il costo delle cure mediche, comprese le vaccinazioni, può anche essere proibitivo per gli apolidi, poiché di solito non sono coperti dai programmi sanitari pubblici nazionali.
Secondo l’UNHCR, che ha un mandato formale delle Nazioni Unite per prevenire e ridurre l’apolidia e proteggere gli apolidi, vi sono almeno 4,2 milioni di apolidi in circa 94 paesi. A causa della natura invisibile di questo problema, si ritiene che la cifra reale sia sostanzialmente più alta.
A più di un anno dall’inizio della pandemia, l’UNHCR avverte anche che le interruzioni dei servizi di registrazione delle nascite stanno creando nuovi rischi di apolidia.
Un certo numero di paesi ha sospeso i servizi anagrafici a causa della pandemia, ed in particolare è stata colpita la registrazione delle nascite – che è fondamentale per stabilire l’idoneità alla nazionalità.
I paesi in cui i servizi di registrazione delle nascite sono stati parzialmente o totalmente sospesi stanno ora riportando tassi di registrazione delle nascite più bassi e hanno accumulato arretrati sostanziali.
In molti contesti sono state sospese anche le campagne mirate per registrare le nascite fra le popolazioni difficili da raggiungere e a rischio di apolidia.
I rischi di apolidia sono probabilmente più alti per i gruppi minoritari – che costituiscono infatti la maggioranza delle popolazioni apolidi conosciute.
*comunicato stampa