Cambio di direzione a LabParlamento. L’editoriale del nuovo direttore responsabile.
Proprio mentre una nuova generazione politica si affaccia alla guida del governo, il mondo dell’informazione si interroga sul profondo cambiamento già compiuto – ancora non del tutto compreso – e su un Paese che a distanza di oltre ventiquattro anni da quello storico passaggio dalla prima alla seconda repubblica ha deciso prepotentemente di voltare pagina.
Solo pochi giorni fa ci siamo lasciati alle spalle la più lunga crisi che le nostre istituzioni abbiano mai vissuto. Sono bastati ottantotto giorni per decretare la sostanziale implosione di un sistema che nonostante la più dura congiuntura economica dagli anni della Grande depressione sembrava, secondo molti, poter reggere l’impatto: mai previsione fu più errata. Ancora una volta, la scelta democratica, inattesa sino a quell’alba del 5 marzo scorso, ha invece scritto una nuova storia. La stessa storia che questo giornale continuerà a raccontare, consapevole delle difficoltà che incombono, oggi più che in passato, su chi ha il privilegio di scrivere di politica parlamentare nel bel mezzo di una società mai così liquida e imprevedibile.
Di fronte ad un dibattito quotidiano sempre più contraddittorio, perennemente in preda agli umori dei suoi principali interpreti, questo giornale proverà a fornire gli spunti e gli strumenti per permettere al meglio la comprensione del complesso funzionamento della cosa pubblica. Il ritratto della vita di un Paese che, per vocazione e passione, ogni operatore dell’informazione contribuisce ogni giorno a raffigurare presuppone un’attenta opera di narrazione, studio e comprensione degli eventi. E sarà proprio attraverso l’approfondimento, il requisito essenziale per chi ha l’ambizione di pensare, svolgere e vivere la politica, che da queste colonne tenteremo di rendere più nitido quel ritratto, una istantanea della vita istituzionale italiana nell’era delle fake news e della dittatura dei sondaggi. Lasciando volentieri ad altri l’illustrazione della variabile cronaca giornaliera e dell’annesso sensazionalismo da clic lavoreremo piuttosto per due obiettivi: fornire l’analisi e con essa pure l’elmetto.
Tempo fa, quando era la politica a rincorrere i media, questa ambizione poteva sembrare un mero esercizio di stile ma adesso, con una informazione che dimostra di non saper più tenere il passo di una politica molto più veloce e mutevole si rende necessario un racconto differente, meno effimero e più di lungo di respiro.
Una sfida, dunque, per questo giornale che grazie al prezioso lavoro di chi lo edita e soprattutto di chi, come Stefano Delli Colli, lo ha sinora diretto, è divenuto un punto di riferimento d’eccellenza per molti operatori e studiosi della politica parlamentare.
È con questa consapevolezza e con l’inevitabile entusiasmo di chiunque venga chiamato a guidare una redazione giovane e capace che vi racconteremo, bomba o non bomba, questa nuova Italia ancora tutta da scoprire e approfondire.