La commissione Bilancio del Senato ha approvato l’emendamento in cui il contributo annuale in favore dell’Aquila, per le minori entrate e maggiori uscite, viene innalzato da 7 a 10 milioni di euro. La notizia ha raggiunto anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ha tenuto a ringraziare “i senatori che hanno supportato la richiesta del Comune presentando l’emendamento, ovvero Alberto Bagnai, Nazario Pagano e, soprattutto, Nicola Calandrini che, in particolare, da primo firmatario della proposta di modifica, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, si è fatto carico di coprire le risorse con il budget a esso assegnato.
Sono, inoltre, grato al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha ‘fisicamente’ presidiato nottetempo la commissione per ottenere l’importante risultato. Decisivo, inoltre, il supporto del capo di gabinetto del presidente del Consiglio Draghi, Antonio Funiciello, del portavoce del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli, Fabrizio Dell’Orefice, e del capo di gabinetto del ministero dell’Economia e delle finanze, Giuseppe Chinè, che, per il tramite del senatore Gaetano Quagliariello, ha monitorato costantemente l’evoluzione dell’emendamento – ha precisato il sindaco dell’Aquila – Il riconoscimento del contributo straordinario in favore del Comune è la testimonianza che la proposta formulata dal Governo, contrariamente a quanto affermato da alcuni, era supportata da solide motivazioni di natura tecnica ed economica contenute peraltro nell’ampia relazione che abbiamo fatto pervenire a tutti i parlamentari abruzzesi fin dal 13 ottobre scorso, tanto che all’esito di quella attività di sollecitazione avevano già sposato la causa i citati senatori e anche Luciano D’Alfonso.
In attesa del voto finale alla legge di Bilancio che non dovrebbe avere ulteriori modifiche, – ha concluso Biondi – posso esprimere soddisfazione perché anche quest’anno grazie alla credibilità dell’Amministrazione comunale nel rappresentare le esigenze indifferibili del capoluogo è stato sventato il tentativo tutto politico di comprimere la capacità di spesa dell’ente a danno dei servizi erogati ai cittadini”.